Nella giornata di domani ci dovrebbero essere novità importanti in materia di mobilità, ma ancora non è del tutto chiaro cosa accadrà nel corso dell’incontro fra Ministero e sindacati.
Gli scenari possibili sono diversi.
Intanto va detto che già a fine gennaio era stata sottoscritta una parte consistente del contratto sulla quale MEF e Funzione Pubblica si sono espressi favorevolmente.
A questo punto il Ministero è pronto per la firma definitiva, ma i sindacati dicono: “Firmeremo solo un contratto completo di disposizioni che regolino anche la chiamata diretta”.
Il fatto è che non è ancora certo che sulla chiamata diretta si possa raggiungere un accordo sulla base delle richieste dei sindacati che sono fermi su un punto: il ds, nel definire i criteri per le chiamate dagli albi, dovrà tenere conto di una apposita delibera, vincolante, del collegio dei docenti (a dire il vero c’è anche chi – all’interno dello schieramento sindacala – parla di graduatorie a cui i ds si dovrebbero attenere).
Ma attribuire al collegio dei docenti un compito del genere per via contrattuale non appare operazione semplicissima e quindi è possibile che l’incontro dell’11 aprile fra sindacati e Ministero non porti a nessun accordo (peraltro, per quanto se ne sa, fino a questo momento non esiste neppure una proposta scritta del Ministero sul tema della chiamata diretta).
Il problema che sorge è quindi molto semplice: come faranno i sindacati a firmare il contratto senza la sequenza sulla chiamata diretta?
Una soluzione potrebbe essere questa: il Ministero si impegna formalmente a intervenire sulla approvazione del decreto Madia in materia di pubblico impiego che è tuttora fermo in Parlamento che dovrebbe comcluderne l’esame entro fine aprile.
Il decreto potrebbe contenere disposizioni finalizzate ad ampliare gli spazi di intervento dei contratti nazionali di lavoro e di quelli integrativi.
Ma non è detto che questa soluzione siddisfi i sindacati che continuano a rivendicare l’applicazione dell’accordo politico raggiunto già a fine novembre con la minsitra Madia e rinnovato a fine dicembre con la stessa ministra Fedeli.
Però, con o senza firma dei sindacati, nei prossimi giorni il Ministero emanerà certamente l’ordinanza ministeriale per dare avvio alle operazioni di mobilità. Un ulteriore ritardo potrebbe infatti mettere a serio rischio il regolare avvio dell’anno scolastico.
Insomma, la situazione è decisamente fluida e gli scenari possibili sono più di uno