Una diffida dalla Uil scuola è partita contro la ministra dell’istruzione Azzolina per la riapertura del contratto sulla mobilità del personale della scuola, perché, secondo il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, appare prioritaria –l’esigenza di inquadrare la mobilità in funzione dell’emergenza in atto che merita un progetto eccezionale come è il periodo che stiamo vivendo.
“Abbiamo sempre considerato e rappresentato la mobilità come un tassello di un puzzle più ampio e più articolato. Che avesse bisogno di una armonizzazione con norme concepite in un mondo diverso.
Il contratto sulla mobilità
“I patti vano rispettati. Il contratto sulla mobilità – ricorda Turi – prevede che a richiesta di una delle parti, anche solo un sindacato, le trattative sulla mobilità vadano riaperte.
Questioni che ci hanno spinto a minacciare di adire la magistratura per comportamento antisindacale – precisa Turi – in base all’art. 28 della legge 300/70, se non ci sarà da parte del ministro l’impegno a ridefinire le norme su cui effettuare la mobilità del personale.
Troppe le questioni aperte
Ma, scrive ancora Turi, “ci sono tante questioni ancora aperte che vanno affrontate con i rappresentati dei lavoratori. L’esperienza di queste settimane ha mostrato che la didattica a distanza non è succedanea a quella in presenza, è solo complementare. Un terzo degli alunni è rimasto fuori.
Se va pensato un mondo diverso di fare scuole con metodi nuovi, “Il ministro dell’istruzione, invece, continua con un atteggiamento autoreferenziale che non riconosce il ruolo di rappresentanza e di negoziazione che i sindacati hanno.
Un ruolo che non deriva dal ministro ma dalla Costituzione.
L’emergenza sanitaria non può eliminare o attenuare gli elementi di democrazia e partecipazione che sono parte del nostro sistema democratico. Ci auguriamo che arrivi una risposta positiva, per ripristinare un clima di confronto e collaborazione che serve per gestire una fase complessa e difficile della vita del paese”.