Si è svolta questa mattina a Roma la manifestazione dei dirigenti scolastici che non possono spostarsi da regione a regione per via dei vincoli.
Il limite alla mobilità interregionale è stato portato per il triennio 2022-2025 al 60% dei posti vacanti e disponibili di ciascuna regione. Restano però fuori 1200 dirigenti che chiedono di poter rientrare nella propria regione di residenza.
La richiesta fatta questa mattina durante la manifestazione è quella di definire regole certe per tutto il territorio nazionale, da mettere a punto in sede di contrattazione.
Vanno eliminati gli ostacoli al rientro dei dirigenti scolastici, assicurando la loro titolarità per ogni istituzione scolastica autonoma, anche in prospettiva di un prossimo bando di concorso regionale a dirigente – spiega Rosa Cirillo, responsabile nazionale dell’Area V dei dirigenti scolastici Uil Scuola Rua – la mobilità interregionale dei dirigenti è inadeguata e ingiusta verso la categoria, i numerosi dirigenti che hanno manifestato oggi sono in servizio da anni, rigorosamente fuori regione di residenza. Il loro è un problema serio e reale.
Secondo la Uil Scuola Rua “la procedura di assegnazione alle regioni dei vincitori del concorso nazionale 2017 ha mostrato l’assoluta inadeguatezza dei vincoli e dei limiti posti”.
Cirillo conclude affermando che il limite del numero dei posti destinati alla mobilità interregionale innalzato al 60% non può soddisfare le aspettative di circa 1200 dirigenti scolastici che chiedono di rientrare nella regione di residenza.
“In Sicilia oltre 500 scuole, delle attuali 812 – afferma Adriano Rizza, segretario Flc Cgil Sicilia – sono sotto la soglia dei 900 iscritti. Questo comporterà la scomparsa di oltre 100 istituzioni e le province più colpite saranno quelle delle aree interne. Un taglio che oltre a comportare una perdita drastica di personale dirigente ed amministrativo, rischia di compromettere il buon funzionamento delle attività”.
“Dal punto di vista della mobilità interregionale dei dirigenti, inoltre, quest’ultima scure – spiega Rizza – si va ad aggiungere ai forti limiti imposti dal contratto collettivo. Tali limiti, pensati per i concorsi regionali, sono rimasti validi anche per i dirigenti assunti con contratto nazionale. Una vera e propria beffa, se si considera che il mancato avvio della trattativa per il rinnovo del contratto ha impedito di rimediare a questa stortura”.
“Infine, come se non bastasse – continua – una norma recente ha portato il limite della mobilità interregionale per il triennio 2022-25 al 60% dei posti vacanti in ciascuna regione. Una percentuale insufficiente per le esigenze di quasi 1200 dirigenti in tutta Italia”.
“Tutto questo è inaccettabile – conclude – perché rappresenta un colpo subdolo alla macchina organizzativa, dettato solo ed esclusivamente dall’obiettivo di tagliare risorse”.
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