Italia Oggi riporta la bozza di contratto proposta dal Miur ai sindacati per quanto riguarda la mobilità territoriale 2016/2017. Le premesse sembrano buone ma la strada per un accordo è ancora lunga.
Tra le novità più importanti c’è quella che riguarda gli immessi in ruolo entro il 31 agosto 2015, che potranno trasferirsi nella provincia, mantenendo quindi la titolarità della sede. Per quanto riguarda tutti gli altri docenti invece, verranno dirottati negli ambiti territoriali.
Il Miur, quindi, lancia la proposta ai sindacati che dovranno decidere se accettare o meno. In caso di esito positivo, il contratto sulla mobilità 2016/2017 dovrà essere firmato entro il 15 gennaio.
Sono molto alte le probabilità di accettazione della proposta, anche perché la bozza contiene molte richieste emerse nel corso degli ultimi incontri fra sindacati e amministrazione. Fra queste, il mantenimento della titolarità sulla singola scuola da parte dei docenti già in ruolo, riequilibrando di fatto le posizioni fra questi e gli assunti con la fase 0 e A, inizialmente avvantaggiati da questo punto di vista.
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Se invece non dovesse essere accettata la proposta, il Miur procederà autonomamente, con i sindacati che ricorrerebbero al Tar per proseguire un braccio di ferro “incandescente”.
Dalla bozza non emergono novità in merito alla mobilità professionale. Infatti, i docenti che vorranno cambiare ordine o grado saranno destinati agli ambiti territoriali, perdendo la stabilità della sede.
Tuttavia, il punto più delicato resta la mobilità interprovinciale, che dovrebbe seguire la stessa strada della mobilità professionale, quindi la perdita di titolarità della sede in caso di spostamento interprovinciale.
Questo potrebbe essere, infatti, l’anello debole della catena, quello che potrebbe far irrigidire la posizione dei sindacati, che chiedono a gran voce di eliminare ogni forma di disparità e privilegi, solo per seguire le indicazioni di una legge, la 107/2015, che a detta di molti nel mondo della scuola, non sembra essere un adeguato riferimento normativo.
Senza dimenticare gli esclusi delle fasi B e C del piano straordinario.
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