Il “caos mobilità” che è ormai sotto gli occhi di tutti e che è ha persino indotto il Ministero ad assicurare una revisione seppure parziale dei movimenti già effettuati non è casuale e non era neppure imprevedibile, anzi è il risultato di una legge sbagliata e incostituzionale: lo ribadiscono i Cobas di Napoli, il Coordinamento Precari Scuola Napoli e i Docenti in lotta per i Referendum Sociali con un comunicato unitario al quale hanno aderito anche altri movimenti di base.
Secondo Cobas e Coordinamento precari scuola di Napoli va condannato duramente “l’irresponsabile atteggiamento di tutte le formazioni sindacali che brigano per ottenere dilazioni e contentini a vantaggio dell’una e a detrimento dell’altra “fascia” di docenti; la 107, infatti, ha reso tutti parimenti flessibili e fungibili, precarizzando anche gli stabili ed escludendo dalle dovute immissioni migliaia di precari”.
Ed è “inconcepibile e pericoloso che si avanzino istanze particolaristiche e verosimilmente lesive dei diritti e delle legittime aspettative di altri insegnanti, quali, ad esempio, quelli che non hanno potuto o voluto inoltrare la domanda di assunzione da cui è nato l’attuale marasma”.
I firmatari del documento, insomma, puntano il dito anche contro i sindacati tradizionali che stanno cercando di trovare soluzioni parziali e non certamente risolutive dopo aver di fatto assistito senza reagire nel modo dovuto allo “sfascio programmato della scuola pubblica”.
Secondo Cobas e Coordinamento Precari Scuola, anzi, i sindacati avrebbero in qualche modo alimentato il clima di “guerra di tutti contro tutti” al quale si sta assitendo in questi giorni.
“Per questo – concludono Cobas, Coordinamento precari e Docenti in lotta – invitiamo le lavoratrici e i lavoratori della Scuola a riflettere ad ampio raggio sulla guerra fratricida che è stata dolosamente innescata e che sta dilaniando la categoria, nonché sul peggioramento delle condizioni di lavoro e sulle restrizioni degli spazi di libertà e democrazia che la 107 implica, azzerando carriere, discriminando su base economica gli studenti e riducendo l’insegnamento ad addestramento monocorde ed eterodiretto”.
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