Lo scorso 7 agosto, il Coordinamento nazionale docenti delle gae ha fatto sapere, emanando un comunicato stampa in rete, che è assolutamente contrario all’intenzione del MIUR di sanare i numerosi errori delle operazioni di mobilità con una procedura di conciliazione. Come scrive il Coordinamento nazionale docenti gae nel proprio comunicato: “la procedura di conciliazione permetterebbe ai docenti i cui diritti verranno riconosciuti lesi di ottenere la corretta titolarità utilizzando i posti in organico dell’autonomia e anche quelli dell’organico di fatto. Tale soluzione non solo non garantirebbe equità, infatti non annullando le operazioni già disposte creerebbe contenziosi, probabilmente più numerosi di quelli che pretende sanare, ma inciderebbe pesantemente sulle future immissioni in ruolo e sulla quantità degli incarichi annuali. Come Coordinamento nazionale di docenti GAE che non hanno prodotto domanda di assunzione chiediamo il rispetto delle condizioni imposte dalla legge 107, in base alla quale abbiamo compiuto scelte.
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Ci appelliamo al principio di affidamento alla legge affinché nessuna ulteriore deroga o conciliazione vada a peggiorare la nostra situazione. Respingiamo l’ipotesi della conciliazione, i precari delle GAE, i vincitori di concorso, i precari delle Graduatorie d’Istituto, non possono e non devono pagare per gli errori del MIUR. Gli errori nelle operazioni di mobilità devono essere sanati ripetendo le operazioni, non mettendo pezze che si configurerebbero enormemente dannose andando a bloccare, in particolare al Sud e al Centro, le immissioni in ruolo e azzerando la possibilità per i precari di ricevere incarichi annuali. Nel caso in cui tale procedura venisse applicata ci considereremo parte lesa e pronta a agire per vie legali, procedendo anche presso la Corte Europea per la reale stabilizzazione dei precari storici”.
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