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Mobilità, quota 100 e posti disponibili: molto rumore per nulla?

Diverse novità caratterizzano le operazioni di mobilità di quest’anno scolastico.

Quest’anno, con saggia e opportuna decisione, i risultati della mobilità saranno elaborati e diffusi in un’unica data, recuperando così eventuali posti liberi che possono crearsi in seguito alla mobilità professionale tra ordini di istruzione diversi.

Altra novità, è la concomitante approvazione della cosiddetta “quota 100”, che ha incrementato le richieste di pensionamento e, conseguentemente, ha alimentato le speranze dei docenti, di una migliore collocazione per i docenti di ruolo, e di una definitiva sistemazione lavorativa per quelli precari.

Senza entrare nel merito della definizione delle aliquote del CCN di Mobilità, sulle quali ognuna delle parti in gioco avrebbe sempre da ridire, non si comprende perché fissare il termine della comunicazione dei posti al 25 maggio, se questo termine rischia di essere troppo risicato per permettere l’accertamento da parte dell’Inps del diritto a pensione, rischiando di vanificare la disponibilità dei posti venutisi a creare con la cosiddetta “quota 100”.

Appare lodevole il tentativo di questo Ministero di regolarizzare l’avvio dell’anno scolastico con l’anticipo di tutte le operazioni. Negli ultimi anni, siamo stati abituati a ritardi, rinvii, cambiamenti improvvisi in corso d’opera e quant’altro, per non parlare della famigerata estate della mobilità straordinaria, in cui si sono attesi gli esiti (funesti) financo nel mese di agosto. Quest’anno non costituirebbe dunque un grave danno il rinvio di qualche decina di giorni se quest’attesa può servire a incrementare le possibilità di una mobilità, per così dire, più “fruttuosa” e gradita.

 

Lo scorso anno il termine per la comunicazione dei posti disponibili per l’ultimo scaglione di mobilità, quello dedicato alla secondaria di II grado, era stato fissato al 22 giugno, poi posticipato al 25. Negli anni passati, anche il termine di presentazione delle domande all’Inps si chiudeva nel mese di febbraio, e a volte anche a marzo. Gli anni scolastici, pur con mille difficoltà, si riaprivano in ogni caso nel settembre successivo.

Basterebbe spostare in avanti di un paio di settimane il termine ultimo di comunicazione dei posti disponibili al Sidi, in modo da recuperare quanti più posti possibili per la mobilità, diversamente questi posti rimarrebbero per un anno come sospesi, disponibili solo per mobilità annuale o contratti a tempo determinato, diminuendo ancor più le speranze le docenti di ottenere dalla mobilità il risultato sperato o di ottenere la stabilizzazione per i docenti ancora precari e ricacciando la scuola  nella cosiddetta “supplentite” che si voleva invece debellare, perché quei posti resisi disponibili sarebbero coperti per un anno solo in via provvisoria da docenti a tempo determinato o con assegnazioni provvisorie e utilizzazioni annuali.

Non gioverebbe quindi a nessuno intestardirsi sul rispetto delle scadenze già fissate nell’Ordinanza ministeriale, mentre il rinvio di qualche giorno potrebbe soddisfare le legittime aspirazione di qualche migliaio di docenti e regolarizzare in via definitiva   gli organici di molti istituti.

Il Ministero, nei suoi organi politici e tecnici, e le rappresentanze sindacali prendano in seria considerazione la revisione di queste scadenze.

Un ulteriore anno di transizione con i risultati della mobilità in piena estate non sarebbe un prezzo così alto da pagare, se questo potrà assicurare la soddisfazione di migliaia di docenti e l’avvio verso una regolarizzazione definitiva per gli anni avvenire.

 

Filippo Bosco

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