Secondo la “vulgata” che si sta diffondendo (e non solo in rete), grazie al contratto sulla mobilità la gran parte dei docenti potrà tornare già a settembre nella propria provincia di residenza.
D’altronde anche i comunicati del Ministero e degli stessi sindacati parlano di un ottimo contratto e quindi stanno alimentando questa speranza.
Ma le cose stanno davvero così?
Difficile dare una risposta sicura, almeno per ora; quello che però possiamo dire fin da subito è che non sarà affatto semplice far rientrare nelle province del sud le migliaia di docenti provenienti dalle regioni meridionali che in questi due anni sono stati assunti al nord.
E il motivo è molto semplice: si può rientrare in una provincia se in quella stessa provincia ci sono posti disponibili.
Ma questo può accadere solo se si ampliano gli organici.
Ad organici invariati è davvero improbabile che nelle province del sud si possano assorbire le richieste di trasferimento di chi sta lavorando al Nord.
Questo è il vero nodo, anche se – indubbiamente – non vanno sottavalutate le nuove regole contenute nel recentissimo contratto sulla mobilità (a partire dal superamento del vincolo triennale sulla sede che era stato introdotto dalla legge 107).
Sulle regole per chiedere la mobilità si legga questo articolo
Il video del servizio, a cura di Felicita Pistilli, andata in onda nel Tg1 del 1 febbraio alle ore 13.30 (clicca qui)
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