Il nome della senatrice Tiziana Drago, siciliana doc, di Catania in questi giorni circola tra le righe del “totoministri” e si pensa a lei a Viale Trastevere.
In una testimonianza su facebook si legge: Ricordo i miei quindici anni come fosse ieri… Mia madre desiderava che studiassi Giurisprudenza Mio padre, invece, col quale avevamo spesso confronti accesi su temi di giustizia sociale ed economica, a mo’ di provocazione e con sarcasmo pennellato da un sottile maschilismo, commentava (in lingua siciliana): “A vo’ canciari tu l’Italia?”.
Forse oggi ci sarà la possibilità di “canciari l’Italia” o meglio dare una svolta nuova alla politica italiana alla struttura dei partiti e fare in modo che la politica sia veramente “ricerca del bene comune”. L’abbiamo intervistata.
Senatrice Drago, secondo la linea del progetto politico del movimento Popolo Protagonista – Alternativa Popolare, al quale appartiene, quali sono le sue proposte per il settore scuola?
Consapevole della complessità del sistema scuola, ritengo prioritario che si segua la regola della gradualità delle innovazioni, traendo spunto dal passato per un presente che guardi al futuro e che coinvolga, in maniera armonica, la scuola, la famiglia, la crescita demografica, il settore produttivo e del lavoro.
Quali ritiene siano gli interventi prioritari da mettere in atto?
Al primo posto metto il benessere del personale scolastico a garanzia di una scuola efficiente e di qualità. Perché i docenti ed i dirigenti scolastici stiano bene, occorre rivedere il meccanismo della mobilità, evitando che vi sia personale titolare al Nord e utilizzato o in assegnazione provvisoria al Sud, contraendo così tante spese per le famiglie.
E in riferimento ai tanti precari della scuola come propone?
L’ammissione nei ruoli, sarebbe dovuto avvenire per titoli e servizio, vista la straordinarietà e l’impellenza del momento, facendo in modo che, durante l’anno di prova “straordinario”, i docenti vengano affiancati adeguatamente da tutor qualificati, in modo tale da sostenere, al termine, una prova finale “seriamente selettiva” prima di conseguire ufficialmente la conferma in ruolo.
Quali sono le proposte per ridurre il numero degli alunni per classe?
Le classi non dovranno essere numerose, pertanto sarà opportuno rivedere e determinare sin da adesso l’organico delle classi che non superino i 18 alunni per aula o 16 se in presenza di alunni con disabilità certificata, tenendo conto, ovviamente, della capacità degli ambienti.
Come pensa di investire i soldi del Recovery fund nelle scuole del primo ciclo?
Ritengo indispensabile il servizio mensa, e occorre che le scuole siano attrezzate ed efficienti in collaborazione con gli Enti locali. Questo è il momento giusto anche per migliorare l’edilizia scolastica e le strutture di supporto alla scuola, laboratori e palestre. Il servizio di refezione scolastica è da considerare anche in funzione di sostegno e di agevolazione alla famiglia e alle mamme lavoratrici.
Lei ha operato per cinque anni nella scuola dell’Infanzia, ha delle proposte particolari in merito?
Ritengo che sia giunto il momento di rendere l’ultimo anno della scuola dell’Infanzia obbligatoria per i bambini di 5 anni, in modo da prepararli all’ingresso alla primaria e predisporre il terreno per il primo ciclo in 7 anni, oppure il ciclo della secondaria di secondo grado agevolando il percorso da sperimentazione in maniera sistematica e diffusa del liceo dei quattro anni
In questi giorni si registra un grade disagio di tanti docenti di scuole primaria che rischiano di essere licenziati perché senza laurea. Cosa pensa si possa fare?
Si propone che vengano collocati in coda nelle GAE, permettendo anche a loro un’assunzione per titoli e servizio e prevedendo, in collaborazione con le Università, di poter conseguire una laurea triennale abilitante.
Sulla questione della valutazione con giudizi e senza voti, qual è il suo parere?
Eliminerei il giudizio, la valutazione sia numerica che discorsiva, fino al completamento del ciclo della secondaria di I grado. Occorre infondere nei giovani “l’amore per la conoscenza” e guidarli ad un processo di “autovalutazione”. Devono farlo per sé, per il loro futuro, per la loro formazione a 360 gradi.
In più occasioni ha sostenuto le richieste delle scuole paritarie. Ritiene che sia il momento giusto per armonizzare il sistema scolastico che comprende scuole e statali e paritarie?
Proporrei di realizzare, come nel sistema francese, due albi o graduatorie per docenti, fornendo agli insegnanti l’opzione di inserimento o nell’Albo della scuola statale o nell’Albo della scuola paritaria e gli stipendi a carico dello Stato, così da ridurre la retta delle scuole paritarie dando la possibilità a tutti gli alunni, anche disabili, di esercitare il diritto di scelta educativa
Grazie, Senatrice, Le auguro buona fortuna e noto che il suo nome è molto simile a quello del Presidente del Consiglio dei Ministri e tra “draghi”, “vi sapiti assentiri”.
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