Il 18 ottobre scorso è stato presentato il Rapporto 2022 dell’Osservatorio sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca (www.scuoleinternazionali.org) promosso dalla Fondazione Intercultura in collaborazione con Ipsos.
Il Rapporto raccoglie le interviste svolte da Ipsos su un campione di 960 istituti superiori di secondo grado.
Il 46% delle scuole intervistate ha dichiarato di avere/aver avuto almeno uno studente in uscita per programmi di mobilità individuale all’estero (di almeno un trimestre). A livello generale, per l’anno scolastico 2021/2022 le scuole secondarie di secondo grado segnano un indice di internazionalizzazionemediamente superiore a quello rilevato tre anni fa: da 44 a 46.
Come era immaginabile, nelle interviste il Covid viene citato spontaneamente come principale motivo di mancata partecipazione ai programmi di internazionalizzazione: oltre un quarto delle scuole risponde che diverse attività non sono ancora state ripristinate. I timori legati alla situazione sanitaria internazionale preoccupano soprattutto i docenti: nel 28% dei casi hanno diminuito l’interesse verso le attività di internazionalizzazione.
Nel complesso studenti (88%), famiglie (70%), dirigenti (78%) e docenti (68%) continuano comunque a guardare con favore i programmi di mobilità studentesca.
I Paesi anglofoni, europei e non, rimangono le mete più comuni, ma si evidenzia da parte degli studenti di istituti tecnici/professionali e dal Nord Est e Centro Italia una più spiccata preferenza per le mete europee non anglofone che si sono distinte per una maggiore capacità ricettiva.
Per motivi legati più che altro alle limitazioni della pandemia, anche il numero degli studenti in arrivo in Italia da altri Paesi subisce un marcato calo nell’a.s. 2021/2022: solo il 19% delle scuole attesta la presenza di ragazzi stranieri ospitati per almeno un trimestre; era il 28% tre anni fa; il 26% sei anni fa.
Ad ogni modo, nonostante il trend negativo delle partenze e degli arrivi internazionali non cambia l’apprezzamento da parte dei dirigenti scolastici che danno un bell’8,4 in pagella a queste esperienze, giudicate molto efficaci per la formazione interculturale e internazionale degli studenti.
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