Nella tarda serata dell’11 aprile, non tutti i sindacati hanno sottoscritto l’intesa sul contratto della mobilità dei docenti e del personale Ata per l’a.s. 2017/18.
Il motivo è, sostanzialmente, lo stesso che ha tenuto parte pubblica e sindacale sulla “corda” lo scorso anno, sino poi alla rottura di luglio: la mancata considerazione dell’anzianità di servizio, nella scelta del docente da individuare con la chiamata diretta, e la plus-valenza per incarichi non prettamente didattici ma di tipo organizzativo, come le funzioni strumentali o i progetti.
A non piacere è anche l’ormai prossima collocazione, dal 2018, su ambito territoriale, con l’addio alla titolarità su scuola, per tutti coloro che si sposteranno di sede (in modo volontario o non).
“Non abbiamo firmato per coerenza con la posizione di intransigente contrarietà verso la chiamata diretta e gli ambiti territoriali previsti dalla legge 107/2015″, ha spiegato il coordinatore nazionale Gilda, Rino Di Meglio, di cui abbiamo parlato anche in un altro articolo.
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“Apprezziamo lo sforzo della ministra Fedeli di tentare una faticosa mediazione per mitigare temporaneamente gli effetti negativi della riforma, ma non è bastato per superare le criticità maggiori. I cosiddetti criteri oggettivi, cui dovrebbe attenersi il dirigente scolastico per individuare i docenti da impiegare nella propria scuola, non tengono in alcun conto l’esperienza professionale maturata nella disciplina insegnata, mentre vengono valorizzate competenze di semplice carattere organizzativo”.
“Anche la possibilità di scegliere fino a un massimo di cinque scuole è transitoria, in quanto – continua il coordinatore nazionale – dal prossimo anno scolastico opererà in pieno la legge che prevede esclusivamente i trasferimenti su ambiti territoriali“.
“Le problematiche, dunque, si riproporranno inalterate e immaginiamo già lo stato di confusione in cui si ritroveranno le scuole che dovranno provvedere alla chiamata diretta. Il nostro obiettivo resta l’urgente modifica della legge 107 con l’eliminazione di ambiti e chiamata diretta”, conclude Di Meglio.
Insomma, per la Gilda ci sarebbe poco da esultare: perchè è vero che per un altro anno alcune delle disposizione della Legge 107/15 non hanno trovato applicazione, ma presto i nodi arriveranno al pettine.
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