Mobilità

Mobilità territoriale e professionale, il 17 maggio saranno pubblicati gli esiti. Chi viene soddisfatto perde il punteggio della continuità

Mancano meno di due settimane per conoscere gli esiti della mobilità 2024/2025, infatti nella mattinata del prossimo venerdì 17 maggio saranno resi pubblici i trasferimenti, passaggi di ruolo e di cattedra dei docenti titolari di ogni ordine e grado di istruzione. È importante ricordare che, i docenti soddisfatti nelle loro istanze di mobilità, perderanno per gli anni scolastici futuri il punteggio della continuità del servizio e della continuità del Comune.

Le tre fasi della mobilità

Ciascun docente, nell’istanza di mobilità territoriale, ha potuto esprimere con un’unica domanda fino a quindici preferenze indicando le scuole, ovvero un codice sintetico (comune o distretto) sia per la mobilità intraprovinciale che per quella interprovinciale; in tale ultimo caso è stato possibile esprimere anche codici sintetici di una o più province. Nell’istanza di passaggio di cattedra e/o passaggio di ruolo, con istanze distinte e separate tra di loro e da quella territoriale, si sono potute inserire altre 15 preferenze per ogni singola domanda inoltrata.

La prima fase della mobilità docenti è riferita alla mobilità territoriale all’interno dello stesso comune, la seconda fase sarà quella dei trasferimenti tra comuni della stessa provincia, la terza fase si riferisce alla mobilità territoriale interprovinciale e mobilità professionale (passaggi di cattedra e di ruolo).

Continuità di servizio e di sede

Nella mobilità docenti la continuità del servizio nella scuola di titolarità dà diritto al riconoscimento di un punteggio oltre il normale punteggio dell’anzianità del servizio. Vengono riconosciuti 2 punti per anno scolastico fino al quinquennio di continuità e 3 punti per anno scolastico oltre il quinquennio, quindi per esempio un docente che è titolare da 13 anni continuativi in una medesima istituzione scolastica, ha un riconoscimento di 34 punti oltre il punteggio dell’anzianità del servizio che è calcolato con 6 punti per ogni anno scolastico. Nella mobilità d’ufficio e nelle graduatorie interne di Istituto c’è un’altra continuità che deve essere calcolata, si tratta della continuità nel comune di titolarità. Si tratta di un punto aggiuntivo per ogni anno scolastico prestato in altra o altre scuole del medesimo comune di titolarità rispetto all’attuale scuola di titolarità. Per capire bene di cosa si tratta questo punteggio di continuità nel comune di titolarità è necessario fare un esempio: Un docente insegna continuativamente nel medesimo comune di titolarità da 25 anni, gli ultimi 10 nella scuola A, gli altri quindici, prima di arrivare nella scuola A, nella scuola B. In tal caso oltre la continuità del servizio nella scuola A in cui ha accumulato 25 punti bisognerà aggiungere 15 punti, uno per ogni anno scolastico, dei 15 anni svolti nella scuola B. Il totale fa 40 punti complessivi di continuità. Tale punteggio potrà essere utilizzato solamente nella mobilità d’ufficio e nelle graduatorie di Istituto, non potrà essere utilizzato nella mobilità volontaria dove invece si calcola solo la continuità sulla scuola di titolarità e non prima di un intero triennio di servizio già svolto.

Se soddisfatto nella mobilità…

È utile sapere che chi è soddisfatto a domanda volontaria per la mobilità, perde il diritto del punteggio della continuità e, se cambiasse anche ruolo, cattedra o semplicemente tipo di posto, perderebbe anche il punteggio riferito alla continuità nel comune. Se invece il docente viene trasferito d’ufficio o a domanda condizionata, in quanto docente perdente posto, allora il suo punteggio di continuità resterà immutato, almeno fino a quando non si risolverà la sua precedenza al rientro nella scuola di precedente titolarità.

Lucio Ficara

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