Dopo la nota della Gilda, arriva quella della Uil. Continua la fase di stallo nella trattativa Miur-sindacati sulla mobilità.
Ecco la nota del sindacato diretto da Pino Turi:
Garantire a tutto il personale equità e parità di trattamento: è questa la condizione che la Uil scuola ha posto come indispensabile per la sottoscrizione dell’accordo per la mobilità nel corso della trattativa in atto al ministero.
Quel che registriamo è una condivisione generale sulla mobilità provinciale, quella della prima e seconda fase – chiarisce il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – restano invece tutte le obiezioni e gli ostacoli per la firma di un accordo che tende a mantenere ed ampliare gli elementi di disparità di trattamento del personale interessato.
Una trattativa delicata e importante nella quale la Uil ha assunto una posizione chiara – spiega Pino Turi –
al centro delle scelte ci devono essere sempre le persone.
Il nostro impegno ha portato il ministero a ipotizzare una deroga alla legge per la fase provinciale.
Un risultato non scontato ma prevedibile perché nasconde una delle difficoltà di attuazione delle 107.
La legge, infatti, contiene una contraddizione macroscopica – spiega Turi – perché prevede per la mobilità una doppia posizione giuridica.
Concretamente si può avere il caso che gli ultimi assunti (fase 0- A) restano titolari di sede e i docenti assunti prima, magari soprannumerari, vanno negli ambiti .
E’ talmente evidente che una simile situazione va contro ogni principio di equità che – continua Turi – sarebbe semplice fare valere politicamente o davanti ad un qualunque tribunale.
Talmente palese che il ministero si è dichiarato d’accordo.
Il punto che resta da risolvere è quello della mobilità di terza fase, quella tra province diverse.
La proposta della Uil è chiara: tutto il personale interessato deve poter scegliere la scuola di titolarità, in deroga ad ogni vincolo derivante da vecchie e nuove normative che non sono coerenti con la singolarità di questa fase di mobilità, prevista dalla stessa Legge 107/15.
Su questo punto che riguarda tutto il personale, che deve rispondere ad una situazione straordinaria con misure di equità e tutela per tutti, la trattativa è giunta ad un punto di stallo.
Per noi – ribadisce Pino Turi – restano tutti i motivi di indisponibilità ad una firma che dovrebbe avallare un’ulteriore iniquità. E questa volta introdotta per contratto?
A questo punto, la decisione deve essere politica. Noi abbiamo dato un quadro di riferimento preciso e delineato le possibili soluzioni. Ora spetta al ministero decidere se e come continuare il negoziato.
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