“L’accordo politico raggiunto dai sindacati concertativi e il governo in merito alla mobilità rappresenta l’atto finale di segmentazione, parcellizzazione e divisione di lavoratori della scuola”. Lo afferma il sindacato Usb Scuola in una nota.
“Con un atto di banditismo politico il governo prova a dividere docenti “uguali” in mille sottocategorie diverse (immobilizzati, fase 0 e A da GM e fase 0 e A da GAE, FASE B e C da GM e fase B e C da GAE), un sindacato connivente e silente per opportunismo burocratico (la propria sopravvivenza) decide di sostenerlo – continua la nota”.
“Gli ambiti territoriali e la chiamata diretta sono il prezzo che i lavoratori della scuola dovranno pagare a sindacati e governo in cambio delle deroghe alla legge 107 per pochi e non per tutti, per permettere al governo di acquisire la patente del dialogante e ai sindacati di mantenere le loro mastodontiche burocrazie. Siamo dinanzi ad un atto gravissimo che segna la fine del sistema scuola nella sua unitarietà, con lavoratori che nella stessa scuola saranno considerati diversi pur svolgendo le stesse funzioni (da un lato i titolari e dall’altro i “chiamati”), il tutto certificato con un contratto integrativo che mostra la falsa opposizione alla legge 107 da parte di Cgil, Cisl, Uil e Snals e la costante loro azione di divisione dei lavoratori della scuola”.
“Troviamo l’accordo inaccettabile e nei prossimi mesi combatteremo strenuamente qualsiasi tentativo di “contrattualizzare” la frammentazione dei lavoratori, siamo convinti che il diritto concesso a pochi sia un privilegio particolare che in ogni momento può essere tolto, il diritto esteso a tutti sia la garanzia che quel diritto non possa essere tolto a nessuno. No ambiti territoriali per tutti, No chiamata diretta”, conclude la nota del sindacato.
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