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Modello finlandese, ottimo sistema scolastico? Forse che sì, forse che no

Nel ’72 in Finlandia è entrata in vigore la riforma dell’istruzione che è stata il perno di quel sistema scolastico fino a tutto il XX secolo. Si basava su pochi, semplici ed efficaci punti:

  • Un primo ciclo formativo e culturale uguale per tutti dai 6 ai 16 anni.
  • Massicci investimenti pubblici, che oggi si attestano al 5,6% del PIL nazionale;
  • Scuole di piccole dimensioni e con pochi alunni;
  • Un sistema scolastico esclusivamente pubblico per il primo ciclo di istruzione.
  • Lotta alle disuguaglianze dettate da motivazioni sociali, culturali ed economiche.

Questa scuola era basata saldamente sulle conoscenze e sulle abilità e non aveva nulla a che fare con l’apprendimento per fenomeni, né con l’uso di tablet, né aveva abbandonato la lettura di libri cartacei e la scrittura manuale, né aveva messo al bando le lezioni frontali dei docenti.

Quando nel 2001 la Finlandia si è attestata ai vertici mondiali delle prime rilevazioni OCSE-PISA, gli studenti di 15 anni provenivano ancora dalla scuola tradizionale finlandese, nata dopo la riforma del 1972 e rimasta in vigore per tutto il XX secolo, e non dall’attuale modello che in Italia si tenta di imitare. Anzi, oggi appare chiaro a tutti che, proprio da quando il sistema scolastico di quel Paese ha deciso di imporre un nuovo modello formativo basato su competenze e digitalizzazione, abbandonando lo studio e le conoscenze, la Finlandia è precipitata nei risultati delle prove che rilevano le principali competenze. Ovviamente rimane ancora su posizioni abbastanza alte della classifica, ma semplicemente perché altissimo era il punto di partenza.

Qui di seguito riporto un confronto tra Italia e Finlandia nelle competenze rilevate dai test test OCSE-PISA in ambito scientifico-matematico, perché permette di comprendere che il modello finlandese del XXI secolo, tanto imitato in Italia, in realtà è impietosamente fallimentare.

Punteggi ottenuti in matematica negli anni di riferimento indicati in alto.

 200320062009201220152018
Finlandia544548541519511507
Italia466462483485490487

Gli studenti finlandesi raggiungono punteggi più alti in matematica rispetto ai loro coetanei italiani, ma è altrettanto vero che il sistema finlandese precipita negli anni, perdendo 37 punti in 15 anni, mentre l’Italia nello stesso arco di tempo ne acquista 21 con un trend tendenzialmente sempre positivo.

Punteggi ottenuti in scienze negli anni di riferimento indicati in alto.

 20062009201220152018
Finlandia563554545531522
Italia475489494481468

La Finlandia in scienze si attesta sempre al di sopra dei risultati italiani, ma è altrettanto vero che presenta un trend fortemente negativo, facendo registrare una discesa in picchiata, ben 41 punti persi in 12 anni. Anche l’Italia fa registrare un peggioramento dei punteggi ottenuti, ma di soli 7 punti e, analizzando il trend, non è così negativo, facendo registrare anche dei miglioramenti significativi negli anni, sebbene vanificati successivamente al 2012, quando i tagli della riforma Gelmini hanno iniziato a farsi sentire e quando la scuola italiana si è sempre più spostata in quella direzione di scuola delle competenze, che ha mortificato conoscenze e abilità, che sono le uniche cose che sviluppano reali competenze. In pratica, più la scuola Finlandese precipita nei risultati, più l’Italia la osanna e prova a sperimentarla sul proprio territorio.

Anche nelle competenze in lingua madre (lettura) la situazione finlandese incomincia a dare segni di cedimento, perdendo ben 26 punti in 18 anni, mentre gli studenti italiani ne hanno perso 11 e, analizzando il trend negli anni, è indubbio che la tendenza a peggiorare il risultato nella competenza “lettura” è più consolidata nelle scuole finlandesi che in quelle italiane.

Nonostante ciò, ancora oggi in Italia regna una fiducia cieca e acritica verso il modello di scuola finlandese che certa ideologica pedagogia sposa come migliore al mondo a dispetto delle evidenze.

Dario Ferrigno

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