La prossima settimana il deccreto “milleproroghe” inizia il suo percorso parlamentare per essere convertito in legge.
La “battaglia” per fare in modo che nella legge di conversione vengano inserite disposizioni per modificare in modo significativo la legge 107 è già aperta e molti sono pronti a scommettere sul fatto che fra due mesi, e cioè a legge di conversione approvata, della 107 resterà in piedi ben poco.
Per lo meno i “cardini” della legge potrebbero essere ridimensionati, e non poco.
In particolare potrebbero “saltare”, secondo molti osservatori, sia le norme sulla chiamata diretta, sia quelle sul vincolo di permanenza triennale (su questo punto specifico c’è già un accordo politico fra sindacati e Ministra).
Ma c’è persino chi pensa che nella legge di conversione potranno essere inserite norme per nuove assunzioni. L’Anief sta lavorando da giorni anche ad un emendamento che possa cancellare le disposizioni sul limite dei 36 mesi per i contratti a tempo determinato.
L’idea, insomma, è quella di far passare nella legge di conversione un certo numero di disposizioni che servano non solo a modificare la 107 ma anche a porre le basi per un aumento significativo degli organici e delle assunzioni.
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La questione,sotto il profilo costituzionale, non è però così semplice.
Da diverso tempo, infatti, la Consulta è sempre più orientata a mettere sotto la lente di ingrandimento le leggi di conversione e a considerare le “aggiunte” successive al decreto originario come delle vere e proprie “intrusioni” non consentite dall’ordinamento.
In una delle più recenti sentenze (la numero 32 del 2014) la Corte Costituzionale ha così argomentato: “La legge di conversione non può, quindi, aprirsi a qualsiasi contenuto ulteriore. Diversamente, l’iter semplificato potrebbe essere sfruttato per scopi estranei a quelli che giustificano l’atto con forza di legge, a detrimento delle ordinarie dinamiche di confronto parlamentare”.
In altre parole non è detto che nella legge di conversione si potranno inserire disposizioni di ogni genere. Certamente si potranno modificare le norme inserite nel decreto legge e poco altro che sia attinente per materia. Più difficile che si possano inserire norme che prevedano un aumento di spesa (sarebbe ad esempio il caso delle assunzioni).
Ma, come si sa, la politica è l’arte del possibile (e alle volte dell’impossibile) e quindi è sempre bene attendere che il dibattito parlamentare prenda avvio.