Un docente, oggi 65enne, è stato recentemente assolto dall’accusa di violenza sessuale nei confronti di tre alunne. L’uomo, come riporta Il Corriere della Sera, fino al 2018 è stato professore di sostegno a tempo determinato in una scuola media della provincia di Ancona.
“Sono innocente, lo dico da sei anni, e ora la giustizia mi ha dato ragione”, queste le parole dell’uomo, accusato di violenza sessuale e maltrattamenti su quattro alunne e assolto in primo grado nel 2021 (dal reato di violenza sessuale) e poi condannato per maltrattamenti (un altro primo grado) e infine assolto per tutti e due i reati in Corte D’Appello.
Le quattro adolescenti avevano escogitato una vendetta dopo il sequestro di uno smartphone, secondo i giudici. “Alcune alunne, ed è solo un esempio, mi avevano accusato di aver toccato loro il fondoschiena. Accadde dopo il sequestro di uno smartphone, che può capitare se uno o più alunni esagerano. Ma in quel caso quattro adolescenti si coalizzarono contro di me”, ha detto.
L’uomo è deluso e amareggiato: “Io ero un insegnante di sostegno e nel mondo della scuola ci sono entrato tardi, avevo più di cinquant’anni e un passato da fisioterapista. I miei rapporti con i ragazzi sono sempre stati caratterizzati dalla correttezza, in tre anni e mezzo ho gestito gli alunni e le alunne affette da disturbi dell’apprendimento. Avevo impostato con loro un rapporto amichevole, mi facevo chiamare per nome, avevo rinunciato a mettere un muro tra me e loro, un confine, ero quasi un amico. Forse a pensarci ora sarebbe stato più conveniente comportarsi diversamente”.
“Dopo che sequestrai il telefono venivo guardato male se toccavo il ginocchio di un ragazzo che si era fatto male: ma io lo facevo perché sono un fisioterapista, per essere utile. Secondo queste ragazze io avrei commesso violenze in pubblico. Nessuno mi aveva denunciato per essermi appartato in un posto nascosto. Già questo doveva far comprendere che fossi innocente. E non escludo che qualcuno mi abbia denunciato sperando di guadagnare con i risarcimenti”, ha aggiunto.
“Mi è capitato di incontrare per caso qualche studente: sono stato fotografato e la foto ha fatto il giro delle loro chat, tra gli sfottò. Credo debbano essere le famiglie a chiedere conto di vicende come questa: perché la scuola a mio avviso funziona ancora, ma sono le famiglie a rinunciare spesso al loro ruolo. Pesavo 120 chili, poi quest’odissea me ne fece perdere trenta. Ma vorrei tornare a insegnare. Anche in quella scuola, senza rancore”, ha concluso.
Proprio qualche giorno fa ci siamo occupati ancora una volta del caso di Vincenzo Amorese dell’istituto Ettore Majorana di Bari: il 23 settembre del 2022 fu aggredito dal padre di un’alunna adolescente e successivamente accusato di molestie sessuali verso i suoi studenti.
In realtà, il professore non aveva mai avuto comportamenti molesti in classe davanti agli studenti. A stabilirlo è stato il Tribunale di Bari che ha archiviato il procedimento nei confronti del docente.
La vicenda è stata riportata da alcuni quotidiani locali e ripresa dall’Ansa. Il padre dell’alunna si recò a scuola per aggredire il professore dopo che sua figlia – hanno ricostruito le indagini – gli inviò un messaggio sul cellulare parlando di “attezioni” ricevute dal docente.
La 16enne quel giorno aveva ricevuto una nota perché – come denunciato anche dal docente – aveva incitato i suoi compagni di classe a non seguire la lezione. I video e i racconti di alcuni professori testimoni hanno confermato la dinamica dell’aggressione, ora contestata al padre 35enne dell’alunna in concorso con l’amico che lo aveva accompagnato a scuola.
Dopo la chiusura delle indagini preliminari, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio (l’udienza preliminare inizierà il 22 febbraio) per i reati di interruzione di pubblico servizio e lesioni. Gli atti nei confronti della studentessa sono stati trasmessi ai magistrati minorili.
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