Home Attualità Molestie nei bagni della scuola su 13enne: collaboratore scolastico 65enne sospeso, la...

Molestie nei bagni della scuola su 13enne: collaboratore scolastico 65enne sospeso, la vittima ha registrato tutto con il cellulare

CONDIVIDI

Una torbida storia di violenze sessuali che si sarebbero consumate all’interno dei bagni di una scuola media calabrese, nella provincia di Reggio Calabria. Questo è quanto riportano i principali quotidiani di oggi, 11 maggio, come Fanpage.

I continui atteggiamenti molesti dell’uomo

Ad essere accusato di molestie sessuali aggravate un collaboratore scolastico 65enne, che è stato sospeso in via cautelare. La vittima sarebbe una ragazzina di 13 anni che nel 2023 frequentava l’ultimo anno di scuola media. Secondo la procura, il 65enne l’avrebbe seguita nei bagni e, dopo averle bloccato ogni via di fuga, l’avrebbe palpeggiata nelle parti intime, intimandole di non dire nulla.

Stando alle accuse, il bidello avrebbe molestato e rivolto apprezzamenti alla tredicenne per mesi, per poi iniziare a seguirla negli spostamenti lungo i corridoi.

Il coraggio della vittima

La giovanissima ha avuto però la prontezza di spirito di registrare tutto con lo smartphone. E con quell’audio, accompagnata dai genitori ai quali ha raccontato tutto, si è presentata in caserma dai Carabinieri per presentare la denuncia.

Il vocale, che ripercorre quei drammatici minuti, si conclude con l’indagato che la lascia nei bagni, dopo averla pregata di non dire sull’accaduto: “Non dire niente, mi raccomando, ca m’attaccanu”, in dialetto calabrese: ‘non dire niente, mi raccomando, o mi arrestano’.

“É un fatto estremamente positivo che la ragazza vittima degli abusi si sia presentata ai carabinieri insieme ai genitori per denunciare i fatti”. Così il Procuratore della Repubblica di Palmi, come riporta Ansa.

“Ormai, quando accadono fatti del genere, – ha aggiunto il magistrato – stiamo riscontrando una tendenza da parte delle vittime a seguire la strada delle istituzioni per avere le tutele di legge. Senza nascondere i fatti o, peggio, cercare vendette private”.

“Eravamo stati noi stessi, come Procura – ha detto ancora Crescenti – a chiedere la sospensione del collaboratore scolastico, richiesta che é stata accolta dal Gip. Non si poteva chiedere di più perché la misura interdittiva é il massimo che la legge prevede per condotte del genere. É stato importante, inoltre, che le indagini abbiano potuto avvalersi della collaborazione dei responsabili della scuola frequentata dalla vittima e delle amiche della ragazza, con le quali la vittima si era confidata”.