Quando una famiglia lascia un figlio a scuola, lo affida ad una istituzione e a dei pubblici ufficiali che lo prendono in consegna e ne garantiscono la formazione e pure l’incolumità. Venire meno a questo “patto”, significa commettere un errore gravissimo, le cui conseguenze sono altrettanto pesanti per chi è venuto meno ai propri doveri.
Docenti indifendibili
Diventano indifendibili quei docenti, quindi, che approfittano del loro potere per fare violenza, psicologica e a volte anche fisica o sessuale, nei confronti dei loro alunni.
A pensarla così è anche la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli: interpellata sul caso del prof di 53 anni, con moglie e figli, che ha abusato per due mesi di una sua allieva quindicenne, durante le ripetizioni svolte nel liceo Massimo a Roma, ha detto che in certi casi non bisogna escludere l’eventualità del licenziamento “secondo le procedure previste dalle regole, con questa aggravante”.
Il fatto che il docente abbia ammesso di avere avuto una relazione con una sua studentessa, per la Fedeli è “una aggravante che va presa in considerazione, quando questo comportamento, la molestia sessuale, avviene a scuola, come la responsabilità di un docente”.
Così si rompe il rapporto di fiducia
“Il docente in questo caso si è autosospeso, ma in tutte le nuove norme disciplinari della Madia ci sono già i fatti gravi che parlano di molestie e di reati sessualmente ancora più gravi”.
Quindi, ha proseguito il ministro, “insisto, è una aggravante perché è un comportamento totalmente improprio che rompe una fiducia fondamentale: quando i ragazzi di qualunque età entrano nel percorso formativo si affidano ovviamente a competenze e conoscenze dei propri docenti anche i genitori, affidano a una istituzione fondamentale come quella della scuola i propri figli. Non ci si può trovare di fronte a docenti che non sono in grado di svolgere correttamente la loro funzione”, ha concluso la Fedeli.