Sono molti gli studenti che cambiano scuola poco dopo essersi iscritti. A parlarne è stato Il Corriere della Sera, che ha raccolto le voci di dirigenti scolastici e docenti in merito. Ecco cosa c’è da sapere su questo fenomeno, tra dati e opinioni.
Ogni anno in Italia, spiegano, il 3% degli studenti cambia indirizzo tra il primo e il secondo anno delle superiori. Ma c’è anche chi, appena iniziata la prima, resiste poche settimane e poi se ne va. A un mese e mezzo dall’inizio delle lezioni, c’è già fermento con trasferimenti, più negli Itis e nei professionali che nei licei.
“Di quelli che vogliono andare via la maggior parte non è mai venuta a lezione. Non è che abbiano riflettuto e deciso per aver avuto esperienze negative qui. Forse si erano tenuti aperti due opzioni e hanno scelto l’altra – dice il dirigente scolastico di un istituto di Milano –. Generalmente se vogliono cambiare non li ostacoliamo, dietro i cambi ci sono sempre criticità”.
Secondo un’altra preside bisogna evitare cambiamenti prematuri. “Per arrivare a una piena coscienza che l’indirizzo scelto non sia quello giusto occorre far passare almeno il primo trimestre. Tra l’altro, in tutte le scuole non si inizia mai a regime, con tutti i docenti, non c’è neppure il tempo di cimentarsi bene con tutte le materie”. Ed ecco un consiglio ai ragazzi: “Interrogarsi su cosa piace a loro. E non pensare che il liceo sia sempre la scelta migliore: il mercato cerca i tecnici”.
“Coi cambiamenti repentini si rischia di fare di nuovo una scelta affrettata. E’ opportuno darsi tempo, fare un percorso di riflessione che servirà comunque, anche nella scuola nuova”, dice un’altra dirigente scolastica. “Sono soprattutto cambi da classico a scientifico e viceversa. Ma questi passaggi da liceo a liceo li trovo poco significativi, il cuore del curriculum è lo stesso e anche l’impegno nello studio personale a casa. A volte ci arrivano ragazzi dallo scientifico che poi scelgono il potenziamento di matematica”, racconta la preside di un liceo.
“Proprio al classico bisognerebbe fare una scelta ponderata prima di cambiare. Si affrontano materie complesse come greco e latino che non si conoscono, non si fa più latino alle medie come decenni fa. Inoltre, richiedono una competenza linguistica anche in italiano, ma questa gliela forniamo noi con corsi di riallineamento. Un peccato rinunciare: sono lingue dal grandissimo fascino”, sottolinea il dirigente scolastico di un liceo classico.
Ricordiamo che l’orientamento è un tema molto caro al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Il mese scorso quest’ultimo ha annunciato l’avvio di un grande piano per l’orientamento scuola.
Il ministro ha detto, qualche mese fa: “Che cosa vuol dire valorizzare i talenti? Che cosa vuol dire il merito? La scuola del merito deve dare a ogni ragazzo la possibilità di realizzare i propri talenti con l’impegno. E allora talento e impegno: questo è il merito”.
Quindi, ha ricordato che “su questo abbiamo stanziato risorse importanti e continueremo a stanziarle. Abbiamo messo anche la riforma del tutor e dell’orientatore nel contratto, proprio per iniziare dagli ultimi tre anni delle scuole superiori, per personalizzare sempre di più l’istruzione con questa figura del tutor che ha il compito insieme con i colleghi di far sì che la formazione sia sempre più come un abito sartoriale fatto su misura delle potenzialità e dei bisogni di ogni singolo giovane”.
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