Ad avvalorare questa tesi citiamo lo stralcio di un articolo pubblicato su Repubblica.it che dice: “Gli ultimi dati forniti dall’Ocse nel rapporto Education at a glance 2013 non lasciano spazio a molti dubbi. Le aule italiane ospitano gli insegnanti più canuti dei 32 paesi censiti dall’Ocse. Un vero e proprio record che, se non interverranno modifiche alla legge Fornero, sarà difficile strappare al Belpaese anche nei prossimi anni. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in Italia nel 2011 62 insegnanti su cento avevano già festeggiato i 50 anni, mentre i giovani docenti in cattedra erano una rarità: appena lo 0,27 per cento. In altre parole, 27 su mille “.
Tutti questi insegnanti over 50 devono far fronte, di anno in anno, a carichi lavorativi sempre maggiori, che sono indispensabili al buon andamento organizzativo delle nostre scuole. Tutto ciò sta creando curiose attenzioni verso le mansioni lavorative del personale ATA. A dimostrazione di quanto detto si riporta un post pubblicato nella rubrica della Tecnica della Scuola “ I lettori ci scrivono “ (): “Ad aprile compirò 62 anni. Non ne posso più di: carichi di lavoro in continuo aumento, burocrazia sempre più opprimente, moduli BES, DSA, verbali, contratto bloccato da 8 anni, scatti compresi, riforme continue e calate dall`alto, tagli indiscriminati, prospettive di aumento a 24 ore a parità di stipendio, introduzione del «merito» sulla base di fumosi criteri. Chiedo all`onorevole Renzi e al neoministro Giannini di poter passare gli ultimi 4, lunghissimi anni che mi mancano alla pensione svolgendo le mansioni di: addetta alle pulizie, alle fotocopie o al centralino“.
Forse il nuovo che avanza dovrebbe trovare la formula migliore per ridare le giuste motivazioni a una categoria professionale depredata del suo vero ruolo istituzionale: la trasmissione del sapere.