Sale la tensione all’interno delle organizzazioni sindacali della scuola per i provvedimenti che il Governo ha inserito nella legge finanziaria.
Sotto tiro le modeste risorse e le disposizioni dell’articolo 13 sugli organici.
Enrico Panini definisce la situazione ”gravissima”.
"Se non ci sarà – sostiene Panini – un cambio di rotta netto per quanto riguarda la quantità delle risorse e la qualità delle soluzioni si andrà allo scontro”.
Di analogo tenore il comunicato odierno dello Snals: "Abbiamo chiesto un incontro urgente con il Ministro Moratti al fine di verificare se esistono ancora le condizioni per apportare sostanziali modifiche al testo della finanziaria prima che gli organi statutari del sindacato assumano le irrevocabili deliberazioni".
Ma intanto Cobas e Unicobas sono già partiti all’attacco.
Mentre l’Unicobas conferma per il 19 ottobre uno sciopero generale della scuola i Cobas hanno annunciato in queste ore che il 27 ottobre scenderanno in piazza per manifestare contro una finanziaria "di guerra" e per proporre una "finanziaria di pace".
Le richieste dei Cobas sono tanto semplici quanto difficili da accogliere: aumenti di almeno 10.000 miliardi gli investimenti nella scuola pubblica, istituzione generalizzata di scuole materne ed elementari a tempo pieno, stipendi europei per tutto il personale della scuola, obbligo scolastico a 18 anni.
Anche la Gilda proclama lo stato di agitazione affermando che "le scelte adottate dal Governo nella finanziaria rappresentano oggettivamente un grave attacco al sistema scuola nazionale".
"Alla esiguità delle risorse per i contratti, dichiara il coordinatore nazionale Enrico Ameli, si accompagnano provvedimenti imprudenti sul piano normativo".
"A tutto ciò, conclude la Gilda, si deve aggiungere un aggravamento delle condizioni di esercizio della docenza con un inaudito appesantimento dei carichi di lavoro, in dispregio delle norme contrattuali".
Il Governo per ora non risponde ma c’è da credere che – al momento opportuno – il ministro Moratti ed il suo staff cercheranno di dimostrare, con dati alla mano, che negli ultimi anni gli organici della scuola (docenti e collaboratori scolastici) sono aumentati in modo del tutto sproporzionato, anche in controtendenza rispetto al calo demografico.
Il Ministro lo aveva già detto: se si vogliono stipendi europei bisogna accettare di confrontarsi anche con gli standard europei.