In questi giorni gli Uffici scolastici regionali, dirigenti scolastici e insegnanti si stanno trasformando in geometri in modo da rispondere alla richiesta del Ministero che intende avere dati precisi sulle dimensioni delle aule e sulla loro effettiva capienza infatti, stanno invitando le scuole a fornire tutti i dati utili al monitoraggio nazionale avviato dal Ministero.
“Lo strumento di monitoraggio – spiega per esempio l’USR del Piemonte ai dirigenti scolastici della regione – richiede di inserire sostanzialmente la misurazione di due dimensioni dell’aula, il lato in cui è posizionata la cattedra/lavagna e il lato lungo cui si snodano le file dei banchi”.
“Un menù a tendina – spiega ancora la circolare – permette anche di scegliere tra due tipologie di banchi monoposto (di dimensioni standard). In base a queste informazioni l’algoritmo sottostante al programma riporterà sullo schermo la massima quantità di posti/alunni disponibili in un’aula ideale, priva di impedimenti, restituendovi due distinti scenari: il primo in cui il distanziamento fisico (da bocca a bocca) è garantito in situazione statica, ossia con gli studenti seduti ai propri posti; il secondo, in cui il medesimo distanziamento è garantito anche nei contesti dinamici, ossia tenendo conto dei movimenti degli studenti tra le file di banchi”.
Tutti questi dati dovrebbero servire al Ministero per capire le reali esigenze delle scuole e, soprattutto, per verificare se i 50mila posti di supplenti che si potrebbero attivare a partire da settembre siano sufficienti per garantire la ripresa delle lezioni.
Ma, soprattutto, i numeri saranno utili per capire quanti e quali altri spari saranno necessari.
La ministra ha già detto che stando alle prime stime ci vorranno aule e locali per almeno il 15% degli studenti, ma è molto probabile che serviranno anche di più.
Il tempo, però, passa ed è sempre più difficile capire come si potrà iniziare a settembre.