Il monopattino elettrico è diventato il simbolo della libertà di movimento. Soprattutto tra i giovani, una parte dei quali lo utilizza anche per andare a scuola. Il problema è che si sta trasformando in un mezzo di trasporto che produce anarchia stradale: il guidatore non indossa quasi mai il casco, neanche se minorenne, per il quale sarebbe invece obbligatorio; inoltre chi porta il monopattino moderno è particolarmente dedito a non rispettare le precedenze, i sensi di marcia, il limite massimo di velocità (sarebbe di 20 chilometri orari).
In poche parole, chi guida il monopattino elettrico (privato o noleggiato con carta di credito), in alta percentuale si trasforma in una sorta di pericolo pubblico viaggiante. L’apice del rischio si tocca nelle ore notturne, perché molti si muovono senza luci e con il guidatore sprovvisto di pettorina colorata. I primi ad esporsi al rischio sono proprio i guidatori dei monopattini elettrici: in caso di incidente, infatti, sono super esposti al pericolo di incolumità.
Le conseguenze degli impatti con gli altri mezzi di trasporto, a volte risultano fatali. Così deve essere andata per il giovane morto a Oppeano, nel veronese, la sera della vigilia di Pasqua nell’impatto tra il suo monopattino e la vettura: un’automobile ha tamponato un giovane 15enne di Zevio, Samuele, per il quale non c’è stato nulla da fare.
Il guidatore dell’auto, un 23enne ora indagato per omicidio stradale, avrebbe urtato il monopattino condotto da Samuele, causandone la morte. Si tratterà ora di capire, fanno sapere gli investigatori, se il ragazzo procedeva con le luci spente o meno lungo la provinciale che costeggia la campagna.
Certamente, una maggiore cultura per il rispetto delle regole, anche attraverso lezioni di educazione civica mirate, potrebbe alla lunga ridurre il problema. Ma certamente non risolverlo.
“Il tema dei monopattini elettrici è tra le priorità da affrontare subito per aumentare la sicurezza stradale”, ha detto all’Ansa Luigi Altamura, comandante la Polizia Locale di Verona e componente del tavolo di coordinamento delle Polizie locali dell’Anci. “
“Si pensa – ha continuato il comandante – che il monopattino sia un gioco, un divertimento, senza però riflettere sui reali rischi, quando si percorre una strada contromano, piuttosto che senza il giubbino retroriflettente nelle ore serali, con un passeggero alle spalle o con un monopattino alterato come accaduto di recente a Verona, con un mezzo che andava a 68 chilometri orari, quando il limite è di 20. La strada non è un ‘parco di divertimento’ ma obbliga a comportamenti sempre adeguati alle regole”.
Per questi motivi, il ministero dei Trasporti sta lavorando ad un decreto legge, che è in dirittura d’arrivo dice il comandante della Municipale di Verona, che prevede tra l’altro “l’obbligo di targatura e dell’assicurazione per responsabilità civile“.
Secondo Altamura spesso “si assiste a fughe da parte degli utenti dei monopattini dopo l’investimento di pedoni nei centri urbani. E nonostante la videosorveglianza risulta una impresa individuarne gli autori”.
Infine, quasi mai chi li guida indossa il casco: eppure, sottolinea il comandante, “gli adolescenti dai 14 ai 18 hanno l’obbligo. E troviamo anche 12enni che con la carta di credito dei genitori sbloccano il mezzo, che guidano all’uscita da scuola“.
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