Mentre si allunga la lista delle adesioni alla manifestazione di lunedì 16 luglio davanti a Montecitorio, anche la Flc-Cgil ha detto che sarà presente, il ‘Coordinamento precari scuola’ ha messo a fuoco i motivi della protesta: il personale non di ruolo della scuola ritiene che “i nuovi 16.000 tagli previsti dalla spending review” non sono “altro che l’ennesima manovra ammazza-precari”. La manovra del Governo, in via di approvazione definitiva dopo il via libera del Consiglio dei ministri della settimana scorsa, chiederebbe “nuovi, inaccettabili e insopportabili sacrifici per i lavoratori della scuola, i docenti, gli Ata, i tecnici di laboratorio, i collaboratori scolastici. Il governo – sostengono dal Cps – umilia i docenti precari da anni o da lustri in servizio nelle scuole e in attesa nelle Graduatorie ad esaurimento, con la proposta oscena di un assurdo e ridicolo ‘concorso’ a cattedre inesistenti” e ricollocando in modo forzato migliaia di esuberi.
“In barba al ‘merito’ tanto strombazzato e alla ‘qualità’ che dicono di voler promuovere creando squallide gerarchie tra docenti all’interno delle scuole – continuano i precari – stanno riconvertendo sul sostegno i docenti in esubero, violando i diritti dei disabili, e hanno stabilito che i soprannumerari, vittime dei tagli, vadano a insegnare materie nelle quali non sono abilitati”.
Dal Cps giunge un rifiuto netto a partecipare ai prossimi concorsi pubblici: i precari sostengono che non si faranno “selezionare di nuovo, con tutti i titoli e l’esperienza che abbiamo, perché questo significherebbe negare la validità delle graduatorie” e “gettare via una vita intera di sacrifici”.
Annunciano, quindi, che durante la manifestazione del 16 luglio, concentreranno la loro contestazione si alcuni punti ritenuti imprescindibili: “no alle riconversioni, no alla mortificazione del concorso-truffa, non al tradimento delle aspettative dei precari storici”. Chiederanno a gran voce, infine, la conferma delle immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti, come previsto dal decreto interministeriale del 03 agosto del 2011. “Pretendiamo – conclude il Cps – il rispetto del piano triennale di assunzioni e della nostra dignità”.
Sostegno al Cps è arrivato anche da una delle associazioni storiche dei precari: i ‘Comitati insegnanti precari’ hanno detto di condividere in pieno “le ragioni della manifestazione di protesta del 16 luglio contro la politica governativa in materia di istruzione e precariato. Ancora una volta – fa sapere l’organizzazione guidata Elena La Gioia – i docenti precari sono centrifugati in piena estate in un carosello di dichiarazioni e illazioni destabilizzanti, quando invece il personale della scuola necessita di una gestione ordinata e coerente a beneficio dell’intero sistema scolastico”. Dopo l’Anief, anche il Cip esterna preoccupazioni per la possibile mancata “applicazione del piano triennale di assunzioni previsto dal decreto sviluppo”, per “il falso rimedio del concorso al problema reale del reclutamento”, ma anche “al progetto di abuso di mobilità professionale a discapito di quanti sono in attesa di sistemazione definitiva da più lungo tempo”.
Solidarietà all’iniziativa è giunta anche dal PdCI di Taranto, che nel sostenere “la protesta dei lavoratori della scuola e della formazione pubblica” ha ricordato che anche “i docenti dei corsi per la formazione del personale della Marina Militare rischiano il licenziamento o una fortissima decurtazione delle ore di servizio”. Il partito pugliese fa sapere che “questi docenti, alcuni dei quali in servizio da 30 anni, hanno deciso lo stato d’agitazione”. Venerdì 13 luglio hanno già svolto anche due sit-in: il primo a San Vito, davanti l’ingresso principale delle scuole, il secondo davanti la sede dell’ammiragliato.