“Italia Futura”, la fondazione creata nel 2009 da Luca Cordero di Montezemolo, ha deciso che punterà sulla scuola, considerata come la vera fucina dei giovani protagonisti della società del futuro. E per questo il 16 gennaio ha presentato, nella scuola Neghelli di Bagnoli, il progetto “Maestri d’Italia”, un’iniziativa che punta a ridare vigore ai docenti e alle docenti della scuola primaria, che il presidente della Fiat ha definito le “levatrici d’Italia“, attraverso la costruzione di “una comunità di maestri che rifletta sul proprio ruolo“.
Durante l’esposizione del progetto i promotori hanno anche indicato quali sono, a loro parere, i motivi che avrebbero portato all’attuale appiattimento della figura del docente della scuola primaria: l’abbandono dei “programmi nazionali” e un’eccessiva delega alle scuole attraverso l’attuazione della’autonomia. I primi, i programmi nazionali, sono stati sostituiti circa cinque anni fa dalle cosiddette “indicazioni nazionali”. Che hanno portato ad un abbandono progressivo dei riferimenti ministeriali, considerati da sempre il vero pilastro, il faro, della scuola primaria italiana, a vantaggio dei programmi autogestiti.
L’opera di “frantumazione” della formazione unitaria dei giovani, sempre secondo gli esponenti della fondazione condotta da Montezemolo, è stata completata negli ultimi anni: con l’entrata a regime dell’autonomia introdotta nel 2000. Con gli alunni meno fortunati, provenenti da ceti disagiati, condannati a rimanere a vita nel contesto sociale di provenienza.
Montezemolo ha spiegato che intende costruire, assieme ad alcuni amici imprenditori, un riferimento dove discutere e confrontarsi:”un loro luogo di aggregazione e una comunità attraverso i quali diventare di nuovo protagonisti per riappropriarsi del loro ruolo fondamentale per l’educazione e formazione degli italiani di domani“.
Il progetto prevede, inoltre, l’istituzione di biblioteche tematiche, dove i docenti della scuola primaria possano approfondire le loro conoscenze. Ma anche realizzare un censimento fotografico dell’edilizia scolastica italiana: da queste fotografie nascerà la mostra nazionale “Le scuole degli italiani”, un’occasione per bandire un concorso tra giovani architetti per dar vita a una scuola elementare italiana di nuova concezione.
Il presidente della Fiat ha spiegato che con queste iniziative la sua fondazione vuole dare un contributo alla società civile “anche se quello in cui viviamo – ha spiegato – è un Paese stranissimo in cui se uno si occupa solo dei propri interessi viene tacciato di egoismo mentre se uno cerca di dare un contributo si leggono dietro il suo comportamento complotti politici“.
Un Paese, è il caso di dire, dove il delicato ruolo di modificare dei punti nevralgici della scuola, peraltro determinati dalle scelte strategiche adottate dagli ultimi Governi, viene acquisito da una neonata fondazione. La quale, seppure mossa da ottimi intenti e si presume poggi su grandi mezzi, potrebbe non essere particolarmente ferrata sui sempre più impervi terreni normativi dell’istruzione pubblica.