Uno degli ospiti in studio, il giornalista del Corriere della Sera, Tommaso Labate, prontamente ha osservato: “era il nome dei nomi nel 2013, però poi ha deciso di scendere in campo e fare Scelta Civica. Ora quel partito si è ridotto a percentuali da cabina telefonica, ovvio che nessuno pensi più a Monti”.
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Apriti cielo! Perché in ascolto c’era in quel momento proprio il senatore a vita, che non l’ha presa affatto bene. Mario Monti ha telefonato a Mentana durante la pausa pubblicitaria. E ha voluto mettere i puntini sulle “i”. Con il suo calmo sarcasmo ci ha tenuto a puntualizzare di non c’entrare nulla con la cabina telefonica a cui si era ridotta la sua creatura politica. “Quando ho guidato io Scelta civica alle urne è andata in doppia cifra, raggiungendo il dieci per cento. Poi ho deciso di fare un passo indietro, e non ho responsabilità per quello che oggi i sondaggi assegnano a quel partito. Non sono stato io a gestirlo”.
Frecciata, senza nominarla, a Stefania Giannini, che ha guidato Scelta civica fino alla disfatta delle scorse elezioni europee. E ancora l’altro giorno guidava da ministro dell’Istruzione la delegazione del mini partito nelle consultazioni quirinalizie da Matteo Renzi. Mario Monti ha messo dunque a nudo la figuraccia fatta dal partito-movimento da lui fondato e da altri squagliato. A nudo d’altra parte la Giannini aveva messo se stessa, con il famoso topless estivo che ha tolto gli ultimi veli (e voti) anche a quel povero partito (LiberoQuotidiano)