”La polemica dei giorni scorsi da parte di alcune organizzazioni degli insegnanti nei miei confronti, era fondamentalmente motivata, lo dico serenamente, dalla difesa di interessi di breve periodo”.
Il premier ha aggiunto di sentirsi ”pronto insieme al ministro Profumo ad ascoltare le istanze del mondo della scuola a patto che siano fatte in maniera costruttiva, senza strumentalizzazioni e senza corporativismo”.
”Mettersi in discussione è alla base di ogni sana evoluzione demografica: tutti devono mettersi in discussione. Gli insegnanti, i professori, sono i nostri maestri, la base prima, insostituibile, per la nostra crescita e del loro impegno quotidiano la nostra società ha assolutamente bisogno. Non c’è un ‘noi governo’ e un ‘voi insegnanti-studenti’. Ma lavoriamo tutti per uno stesso obiettivo”. Il premier ha concluso: ”Tutti vogliamo una scuola più efficiente, più moderna, che sappia rispondere alla sfida del presente.
Stiamo lavorando per avere per esempio una scuola digitale anche e soprattutto per le scuole del mezzogiorno”.
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