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Moratti difende Gelmini: l’attuale appiattimento non fa bene a nessuno

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Non solo contestazioni, ma anche il pieno appoggio ad andare avanti nella strada intrapresa: è quello che ha ricevuto, seppure senza essere stato citato, il Ministro dell’istruzione, università e ricerca, Mariastella Gelmini, dall’ex primo “inquilino” di viale Trastevere Letizia Moratti.
Secondo l’attuale sindaco di Milano se l’Italia vuole evitare di perdere ulteriormente competitività dovrebbe introdurre al più presto un modello per scuole e università incentrato sulla meritocrazia. “Mi auguro che questo nuovo modo di vedere la scuola e l’Università passi – ha detto Moratti dopo aver presentato a Trieste il Manifesto del merito alla riunione Anci – perchè il nostro Paese sta perdendo in competitività in maniera drammatica. Senza una scuola e una università che fanno del merito un pilastro non si va lontano”.
Ed il modello d’istruzione su cui punta dritto l’attuale Governo, attraverso l’applicazione dei provvedimenti tanto discussi (la legge 133, il decreto 137 in via di approvazione definitiva al Senato e la proposta di legge Aprea sullo stato giuridico dei docenti all’esame della Commissione Cultura alla Camera) ruota attorno sì ai tagli ed alla necessità di calmierare la spesa per scuola ed Università, ormai sfuggita di mano, ma anche alla meritocrazia: tanto che quasi un terzo delle economie ricavate dai tagli della scuola andrà reinvestito nello stesso comparto. E come; proprio per premiare i docenti più meritevoli.
L’incentivo, ha annunciato qualche settimana fa il Ministro Gelmini durante la trasmissione Rai ‘Porta a Porta’, corrisponderà ad un aumento fino a 7 mila euro annue. Ad un patto, però: che prima vengono terminati i tagli. In pratica bisognerà aspettare che vada a compimento la manovra triennale, quindi il 2012. A beneficiare delle buste paga più ‘gonfie’ sarà inoltre non più del 40 per cento del personale. Per tutti gli altri, la maggioranza dei lavoratori della scuola, si procederà solo agli aumenti che coprono il tasso d’inflazione. D’altronde se tutti o quasi percepissero l’aumento non si potrebbe più parlare di meritocrazia ma dell’ennesima concessione “a pioggia” di soldi pubblici a pioggia: esattamente quello che non vuole realizzare l’esecutivo politico in carica.
Secondo Moratti l’attuale modello impostato dalla maggioranza governativa è in linea con le esigenze di una società nazione che vuole essere moderna e che fa investimenti: “dare risultati in termini di merito – ha dichiarato l’ex responsabile del Miur dal 2001 al 2006 – non significa lasciare indietro chi ha bisogno di esser sostenuto e spinto, però significare non creare un appiattimento che nuoce a tutti e non fa bene a nessuno”.
Rispondendo a una domanda sulla presenza di esponenti della sinistra nelle manifestazioni studentesche di questi giorni, come accaduto anche in piazza Duomo a Milano, Moratti ha sottolineato che “troppo spesso, e purtroppo a danno dei giovani, si fa passare il concetto che tutto è dovuto, che ci sono solo diritti e non doveri. Così non si va lontano, non si aiutano i giovani a trovare il loro percorso di vita”. Un percorso che, invece, secondo i contestatori dei decreti e delle novità volute dalla Gelmini rischia di essere sempre più segnato dalle famiglie di appartenenza.