Arrivano dal Meeting nazionale di Comunione e Liberazione in corso, come ogni anno, a Rimini le ultime novità sulla scuola.
Intanto ci sono le dichiarazioni rese del ministro Moratti sulla vicenda degli esami di Stato: "Quello attuale – ha detto il ministro rivolgendosi soprattutto ai moltissimi giovani presenti al meeting – resta un esame molto mnemonico, con troppe materie (ne ho contate esattamente 17!), e questo non funziona. Così si finisce per strutturarlo con clemenza e criteri troppo soggettivi che gli tolgono rigore e serietà. Quest’anno c’è stato un record: 97 per cento dei promossi".
Inoltre – ha sottolineato Letizia Moratti – costa 300 miliardi, troppi per un "rito" che dell’esame ha ormai poco.
La soluzione? Semplice: commissione d’esame formata esclusivamente da docenti interni col solo presidente esterno, sul modello dell’esame di licenza media.
Soluzione che sta già incassando dure critiche dell’ex ministro Berlinguer: "Stupisce il giudizio della Moratti sull’esame di Stato, che in questi anni ha avuto successo. Invece di cambiamenti a doccia scozzese bisognerebbe valutare ancora tutti gli aspetti dell’impatto ed eventualmente di apportare piccole correzioni".
Ma forse anche Berlinguer dovrà – prima o poi – prendere atto che la proposta del ministro Moratti – se dovesse andare in porto – potrebbe riscuotere molti consensi all’interno della scuola aumentando ulteriormente il distacco di insegnanti e alunni dalle politiche scolastiche del centro-sinistra.
A completare il quadro ci ha pensato poi il sottosegretario Valentina Aprea che ha riassunto in 4 punti il programma immediato del Governo sulla scuola.
1) Docenti: rivedere lo stato giuridico e il trattamento economico degli insegnanti, allo scopo di renderli sempre più "professionisti" e sempre meno "dipendenti"
2) Codice deontologico: elaborazione di un decalogo di regole alle quali i docenti dovranno attenersi
3) Didattica: ridefinizione delle materie e degli orari di insegnamento
4) Formazione di servizio per superare le attuali modalità di aggiornamento.
Ma la sortita del sottosegretario non piace per niente alla Cgilscuola: "Se si sta pensando di intervenire per legge su materie ora oggetto di contrattazione, come orari e stipendi degli insegnanti, l’opposizione sarà durissima", dichiara il segretario nazionale Enrico Panini.
E Massimo Di Menna (Uilscuola) rincara la dose: "Se il governo intendesse decidere cosa deve fare un insegnante e quanto pagarlo, la protesta di sindacati e professori sarà decisa".