Ieri ha fatto il giro del web un video che mostra il cantante Morgan sul palco al parco archeologico di Selinunte (Trapani) nell’ambito del festival della bellezza durante il concerto-lezione ‘Segnali di vita e di arte’ dedicato a Franco Battiato mentre inveisce contro il pubblico presente con improperi vari e parolacce di stampo omofobo. Nonostante l’ex Bluvertigo si sia scusato dopo poche ore, il suo gesto fa ancora parlare di sè.
Una docente, su Twitter, ha usato questo fatto per parlare ancora una volta dell’educazione dei giovanissimi, i quali potrebbero prendere erroneamente le azioni di personaggi come Morgan come modelli da seguire. Ecco le sue parole di sfogo: “Cosa può fare la scuola quando simili personaggi gretti, volgari, violenti hanno palcoscenici a disposizione per vomitare la loro miseria e la loro pochezza? Nulla”.
Secondo la docente la scuola non può fare molto se poi fuori i personaggi più popolari si comportano in questo modo. “La scuola non può essere lasciata sola. Purtroppo tra tv e cellulare la fruizione è molto libera. La scuola deve fornire gli strumenti per una lettura critica e consapevole del mondo che ci circonda. Se non cambiano i programmi, se l’educazione all’affettività, alla parità di genere, contro gli stereotipi di genere non vengono integrate e insegnate sin dalla scuola dell’infanzia non abbiamo dove andare”, ha aggiunto.
Un’altra insegnante ha detto la sua: “La scuola viene tirata sempre in ballo perché fa comodo a tutti scaricare le proprie responsabilità su un’istituzione che ormai viene solo bistrattata! Questo disagiato andrebbe interdetto dai mass media e dai social perché non è di esempio a nessuno! È un poveretto, stop! Purtroppo la scuola può pochissimo dinanzi a certe situazioni ed a certe famiglie disagiate! Ormai la scuola è alla berlina di chiunque e prende anche le colpe che non ha! I meriti non vengono mai esaltati!”.
Di emulazione e cattivi esempi si è parlato anche in occasione dello scorso Festival di Sanremo, dopo l’esibizione del cantante Blanco, che ha distrutto la scenografia composta da rose rosse in preda alla rabbia in seguito ad un problema tecnico.
A riflettere sull’accaduto è stata Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola, nel corso del format settimanale “Facciamo il punto”. “Piaccia o no, da anni all’evento ‘Festival di Sanremo’ si riconosce una portata educativa. Allora non è forse così fuori luogo ricordare uno dei principi basilari dell’educazione: si apprende ciò che si vede, prima ancora di ciò che ci viene detto. Chiediamoci quale messaggio trasmetta l’episodio di ieri. Proviamo magari a trasferirlo in un contesto scolastico”
La Barbacci ha cercato di fare una riflessione abbastanza ampia, senza colpevolizzare il cantante, trasponendo l’episodio a livello generale: “Se Lionel Messi, per un brutto fallo, avesse dato in escandescenze simili, non se la sarebbe cavata così a buon mercato. Immagino un’espulsione e forse anche una squalifica. Non mi pare un gesto ‘trasgressivo’ e paragoni con esempi ‘dirompenti’ di grandi icone del rock mi sembrerebbero addirittura blasfemi. Qui parlerei solo di pessima gestione della rabbia da parte di un giovane sottoposto a forte pressione, e mi chiedo se non sia altrettanto discutibile la gestione che del caso è stata fatta dai responsabili dell’evento”, ha aggiunto.
“La mente va a tanti episodi, anche recenti, con cui ogni giorno chi lavora nella scuola si trova a fare i conti, e mi chiedo quale rinforzo l’azione educativa dei nostri insegnanti possa ricevere da quanto accaduto e trasmesso in Eurovisione”, ha concluso.
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