“Tagli che potrebbero causare gravi fenomeni di regressione e condizionare il diritto allo studio per i quasi duecentomila studenti italiani con disabilità”.
L’interrogazione è stata presentata, dall’eurodeputato leghista, dopo la pubblicazione di un rapporto, “Education and Disability”, redatto per la Commissione Ue dal Nesse, ovvero il Network indipendente di esperti in scienze sociali ed educazione, che ha analizzato il percorso scolastico dei ragazzi con disabilità nei 27 Paesi membri dell’Ue.
Da questo studio emerge che l’Italia è l’unico Paese che sia riuscito a superare il modello delle “scuole speciali”, frequentate solamente dallo 0,01% degli oltre 7 milioni di alunni in età di obbligo scolare. “Si tratta di un risultato importante, in termini di maggiore integrazione ed inclusione sociale, -ha dichiarato Morganti- ma rimangono ancora troppe difficoltà, per la completa fruizione dell’offerta scolastica, da parte delle persone affette da disabilità”. “Ad esempio -ha specificato l’europarlamentare – un altro recente rapporto su “Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici”, redatto da Cittadinanzattiva, denuncia il mancato abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici scolastici. Dai dati -ha sottolineato Morganti- risulta che in una scuola su tre il bagno non è accessibile, che in un edificio su due non esiste l’ascensore e, quando c’è, nel 14% dei casi non funziona. Barriere architettoniche sono presenti poi nelle aule, nelle mense, nei laboratori e nelle palestre”. “Una situazione insostenibile -ha concluso l’eurodeputato del Carroccio- che ci fa fare troppi passi indietro, rispetto ad altri Stati europei, e sulla quale mi auguro che la Commissione Ue dia presto una risposta”.
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