Attualità

Moriva venti anni fa Sergio Neri, un grande pedagogista, anzi un educatore

Esattamente 20 anni fa moriva Sergio Neri, una delle più belle figure di educatore e pedagogista italiano della seconda metà del Novecento.
Sergio Neri era nato nel 1937 a San Felice sul Panaro e vale la pena ricordare rapidamente la sua biografia per capire meglio le radici della sua profonda passione per la scuola e per i giovani.

Subito dopo il diploma magistrale, forte anche della sua formazione scoutistica, inizia a lavorare come educatore nelle colonie estive, in Francia e in piccoli paesi dell’Appennino modenese.
Nel 1965 inaugura a Mirandola il primo centro estivo.
Dal 1961 al 1969 lavora come maestro elementare e si laurea in pedagogia. Quindi diventa direttore didattico; nel 1971 assume il ruolo di coordinatore delle scuole dell’infanzia del comune di Modena, ruolo che mantiene per 16 anni.
Nel 1977 consegue una seconda laurea, in psicologia.
Dal 1987 diviene ispettore e si mette subito al lavoro per fare in modo che anche la Scuola materna abbia i suoi “programmi” che vedono la luce nel 1991 come “Orientamenti dell’attività educativa nelle scuole materne statali”.
Si deve a lui se, proprio in quella circostanza, si inizia a parlare non più di scuola materna ma di scuola dell’infanzia (nel testo degli Orientamenti si usano infatti entrambe le espressioni).
Nel 1997 viene nominato dal Ministero della Pubblica Istruzione coordinatore dell’Osservatorio nazionale permanente per l’integrazione scolastica delle persone in situazione di handicap (il termine disabilità entra nell’uso solo successivamente).
Nel corso degli anni ha scritto molto, ma la sua attività editoriale è legata soprattutto ai trent’anni di direzione della rivista pedagogica e didattica ”L’educatore” e ai suoi acuti editoriali quindicinali.

Sergio Neri ci lasciò il 18 ottobre del 2000 a seguito di una implacabile malattia; lavorò fino all’ultimo lasciandoci anche un vero e proprio testamento pedagogico spirituale; una frase del suo testamento è diventata storica:  “Andiamo avanti noi che siamo convinti…gli altri non so”.

Reginaldo Palermo

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