Ieri, 23 marzo, si è diffusa la notizia dell’improvvisa morte di Luca Bergia, batterista e fondatore del gruppo musicale indipendente Marlene Kuntz, trovato senza vita dalla sorella nel suo appartamento a Cuneo. Il musicista aveva 54 anni. Le cause della morte, come specifica Il Corriere della Sera, non sono ancora state chiarite, ma gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi, nemmeno quella del suicidio.
La seconda vita, troppo breve, di Bergia
Bergia, appassionato da sempre di scienze biologiche, ha suonato nei Marlene dal 1989, anno di nascita del gruppo, di successo soprattutto negli anni Novanta. Nel 2020, dopo un periodo di crisi e dopo aver contratto il Covid, ha annunciato di volersi ritirare dal mondo della musica con un post sui social, in cui ha spiegato di aver iniziato a fare il docente e di aver trovato nuova linfa vitale dal suo nuovo mestiere.
“Mi sono dato all’insegnamento di materie scientifiche alle medie proprio su temi riguardanti la sostenibilità ambientale e la transizione ecologica. Proprio partendo da quella esperienza ho provato una grande gratificazione e un rinnovato entusiasmo nel raccontare ed insegnare in questa mia nuova veste. Una sensazione piacevolmente catartica, di rinascita. Sto molto bene e sono molto eccitato dall’essermi proiettato in una nuova fase della mia esistenza”, queste alcune delle sue parole di addio ai fan.
Le parole di cordoglio della dirigente scolastica
Bergia insegnava scienze e matematica alle scuole medie di Madonna dell’Olmo e Chiusa di Pesio, piccole scuole della provincia della Granda, nel cuneese. La sorella, che lo ha trovato morto, era stata avvisata proprio dai colleghi di Bergia, che si sono allarmati in seguito alla sua assenza a scuola.
La dirigente scolastica dell’istituto, il Comprensivo di Chiusa di Pesio e Peveragno, Stefania di Battista, ha affidato il suo ricordo a dei giornali locali: “L’improvvisa e inattesa scomparsa di Luca Bergia, professore di Matematica e Scienze presso la Scuola Secondaria I grado di Peveragno, ha colpito l’intera comunità scolastica dell’Istituto Comprensivo Chiusa di Pesio-Peveragno, in particolare gli alunni e i docenti che hanno lavorato insieme a lui. Riservato, amato per il suo carattere mite, discreto e cortese”, ha detto.
“Lo ricordiamo tutti come un uomo e un collega sensibile, appassionato e professionale, attento ai bisogni dei propri alunni: aveva un sorriso e una parola gentile per tutti. Siamo certi che il suo ricordo rimarrà per sempre nei nostri cuori”, ha concluso.