Si celebreranno il 25 aprile i funerali di Giovanni Galloni, partigiano, docente universitario, ministro della Pubblica istruzione (dal 1987 al 1989 nei governi Goria e De Mita), vicepresidente del Csm dal 1990 al 1994, ma soprattutto uomo di punta della Democrazia Cristiana, di cui fu anche vicepresidente e due volte vicesegretario, e di quella frangia di sinistra che cercava un dialogo più pragmatico con il Pci e comunque col mondo del lavoro, considerata la sua formazione dossettiana. È stato pure direttore de “Il Popolo”, il quotidiano del partito (quando tutti ne avevano uno), dal 1982 al 1986.
Originario di Paternò, in provincia di Catania, Galloni si porta dietro molti degli interrogativi sulla vicenda Moro, sui cui intrecci e misteri sollevò molti dubbi, ventilando perfino delle confessioni che il presidente della Democrazia Cristiana gli avrebbe svelato prima del famigerato rapimento che gli costò la vita nel maggio del 1978. Infatti nel 2005 ricostruisce nella trasmissione tv Next le confidenze avute da Moro sulle infiltrazioni delle Br da parte dei servizi segreti Usa e israeliani. Ma, come è noto, di queste vicende non si è mai potuta fare piena luce.
Lo ricordiamo nel periodo in cui fu vice segretario di Benigno Zaccagnini, che prese le redini del partito in un momento delicato della sua storia, e come vice presidente del Csm, allorché aprì uno scontro con il presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che, oltre a “esternare” troppo, “picconare” con disinvoltura, insinuare misteri, lo privò di alcune deleghe importanti nel suo incarico.
Come ministro della Pubblica Istruzione fu nominato dopo gli anni importanti di Franca Falcucci (dal 1982 al 987 e con vari Governi), alla quale si devono tante leggi di riforma, e prima di Sergio Mattarella (dal 1989 al 990).
Su di lui il vecchio compagno di partito, Mattarella ha detto: “La morte di Giovanni Galloni mi addolora profondamente. Desidero esprimere ai suoi familiari i sentimenti di cordoglio e di vicinanza, che sono anche il portato di un’amicizia e di una stima antiche. Galloni è stata una personalità politica competente, autorevole, fedele ai principi della Costituzione e a quei propositi di ampliamento delle basi democratiche, di crescita delle opportunità sociali, di riduzione delle diseguaglianze che sono connaturati con il disegno costituente. Della Democrazia Cristiana fu dirigente di primo piano, appassionato e colto, sempre propenso al dialogo e al confronto, coraggioso nelle idee e capace di rischiare per esse. Ha servito con onore lo Stato da ministro della Repubblica e da vicepresidente del Csm. In chi lo ha conosciuto e nei tanti giovani a cui ha trasmesso passione politica, capacità di visione, oltre che gli studi di diritto, la sua testimonianza di vita resterà indelebile”.
E l’attuale ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: “Profondo cordoglio per la scomparsa di Giovanni Galloni. Ricordiamo oggi la sua capacità di coniugare l’attività di docente con quella di politico e di uomo delle istituzioni e ricordiamo anche che fu dalla conferenza nazionale sulla scuola da lui organizzata nel 1988, insieme alla Camera dei deputati, che si posero le basi teoriche per il processo normativo di autonomia degli istituti scolastici.
Ultimo ricordo, di tempi più recenti: un paio di anni fa visse la brutta esperienza di una rapina in casa. Un giornalista lo intervistò e gli chiese se avesse avuto paura. Rispose: ‘Neanche per un attimo, figurarsi, ho fatto il partigiano”’.
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