Mentre veniva assegnato il premio Nobel per la Letteratura a Bob Dylan, il grande Dario Fo, Nobel nel 1997, si spegneva a Milano: aveva 90 anni e già da alcuni giorni era stato ricoverato in ospedale per insufficienza respiratoria.
Fo fino all’ultimo giorno prima del ricovero ha lavorato e dipinto, mentre proprio una ventina di giorni orsono aveva fatto nella sua casa milanese una conferenza stampa per il suo nuovo libro “Darwin”.
Chi non ricorda il grande artista che nel 1969 furoreggiava fra gli studenti e le contestazioni giovanili, quando portava a conoscenza il suo straordinario “Mistero Buffo”, una ‘giullarata’ portata in scena per la prima volta nel 1969, nella quale Fo recitava in grammelot, ossia un linguaggio teatrale che si rifà alle improvvisazioni giullaresche e che è costituito da suoni che imitano il ritmo e l’intonazione di uno o più idiomi reali con intenti parodici. Nel caso di ‘Mistero Buffo’ si trattava della mescolanza di vari dialetti della Pianura Padana. “Il disordine è la polvere del potere”.
Attore, drammaturgo, regista e scrittore, il premio Nobel gli fu assegnato “perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”.
Fo era nato a Sangiano, in provincia di Varese. Nel 1954 sposò Franca Rame, con cui ebbe un figlio nel 1955. Insieme per quasi sessant’anni, lavorando e condividendo l’impegno civile e quello lavorativo, nel 1958 fondarono la “Compagnia Dario Fo-Franca Rame”: lui era il regista e il drammaturgo del gruppo, lei la prima attrice e l’amministratrice. Nel 1968 decisero di fondare la cooperativa “Nuova Scena” dal quale si separarono per divergenze politico-ideologiche. Questo portò alla nascita di un altro gruppo di lavoro: “La Comune”, celebre per gli spettacoli di satira e critica politica che mise in scena, come “Morte accidentale di un anarchico”.
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E mentre Fo si spegneva, a Stoccolma, il Premio Nobel per la Letteratura 2016 veniva assegnato a Bob Dylan per “aver creato delle nuove espressioni poetiche all’interno della tradizione della grande canzone americana”. Lo ha comunicato il Comitato dei Nobel a Stoccolma. L’annuncio è stato accolto dal boato dei presenti in sala.
Bob Dylan, all’anagrafe Robert Zimmerman, 75 anni, è nato il 24 maggio 1941 a Duluth, in Minnesota. Dylan, ha spiazzato spesso pubblico e critica con scelte sorprendenti che vanno dalla svolta elettrica degli anni ’60 alla conversione al credo dei Cristiani rinati fino al recente approdo agli spot pubblicitari. Bob Dylan è un gigante della cultura degli ultimi 50 anni: come ha detto Bruce Springsteen nel discorso con cui nel gennaio 1988 ha introdotto la sua inclusione nella Rock and Roll Hall of Fame: ”Bob ha liberato le nostre menti nello stesso modo in cui Elvis ha liberato il nostro corpo. Ci ha dimostrato che il fatto che questa musica abbia una natura essenzialmente fisica non significa che sia contro l’intelletto”.
Da questo punto di vista il suo contributo è addirittura difficile da definire: con i dischi incisi negli anni ’60 all’inizio della sua carriera, ha aperto alla musica popolare le porte della grande letteratura, creando un modello (il cantautore) e un mito contro cui ha lottato tutta la vita.
Dylan è riuscito a sorprendere tutti: dopo più di 30 anni, i suoi album più recenti, Modern Times e Together Through Life sono tornati in classifica e a mettere d’accordo la critica, cosa che non succedeva dalla fine degli anni ’80 con il bellissimo Oh Mercy.
Sulla scelta della Reale Accademia di Svezia è intervenuto, in un tweet, il presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Mentre siamo al lavoro sui numeri della stabilità arriva la notizia di #BobDylan Nobel per la letteratura. La poesia vince, sempre”.
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