Viene eletto presidente dello Stato sudamericano nel 1998 e mantenendo la promessa di aiutare i poveri (maggioranza nel Paese) viene rieletto nel 2000, nel 2006 e confermato presidente del Venezuela anche nel 2012.
Critico della globalizzazione e della politica estera degli Usa, Hugo Chavez nazionalizza i pozzi petroliferi e reinveste i proventi del petrolio, impegna fondi per la sanità pubblica, per ricerca e istruzione (qualche Paese “occidentale” dovrebbe in tal senso prenderne esempio). Abolisce il latifondo, dà credito per scopi sociali.
Le riforme economiche dei suoi governi, accanto a provvedimenti popolari come la distribuzione di cibo ai poveri del Paese (facendo ridurre malnutrizione e mortalità infantile), consentono – nonostante la crisi economica del 2009 – di far salire il Pil e diminuire la disoccupazione.
Nel frattempo, nel 1999 Chavez aveva promosso in Venezuela una nuova Costituzione, mentre dal 2010 la Nazione latino-americana si allinea al rispetto del protocollo di Kyoto sull’ambiente (in tal senso, uno dei primi fra i cosiddetti Paesi in via di sviluppo).
A dicembre, dopo una lunga malattia, Chavez era stato ricoverato ed operato in un ospedale di Cuba, Nazione cui il presidente venezuelano aveva sempre dato il proprio sostegno.