Categorie: Politica scolastica

Motivazione, autonomia degli insegnanti, investimenti: ecco la buona scuola

Il vulnus della nostra scuola, di cui il tentato recupero degli scatti di anzianità è una spia, è la carenza di risorse e di investimenti per potenziare e stimolare/incoraggiare il corpo insegnanti.
E infatti, dice la ricercatrice, tra il 2001 e il 2010, la spesa per studente dai 6 ai 15 anni è cresciuta nella maggior parte dei Paesi dell’Ocse, contrariamente all’Italia dove è diminuita dell’8%, mentre i miglioramenti degli studenti nei test Pisa in matematica (tra il 2003 e il 2012) e nelle scienze (tra il 2006 e il 2012), è stato concentrato soprattutto nel periodo tra il 2006 e il 2009.
I tagli di spesa hanno dunque contribuito a frenare il trend tra il 2009 e il 2012.
I sistemi educativi che riescono a garantire alti livelli di competenze sono quelli che investono di più negli insegnanti la cui professione è difficile e impegnativa.
I Paesi con i risultati migliori, dice l’esperta, generalmente investono molto nella formazione iniziale dei giovani che intendono diventare insegnanti e nell’aggiornamento e nella formazione continua del corpo docente.
Questi Paesi inoltre investono risorse per identificare gli insegnanti più capaci e li spingono ed incoraggiano affinché insegnino nei contesti più difficili. Un punto cruciale è che questi Paesi sono in grado di attrarre nell’insegnamento alcuni dei giovani più capaci, mentre in Italia oggi nessun genitore augurerebbe a un figlio o a una figlia che ha ottimi risultati scolastici di diventare insegnante invece che medico, dottore, avvocato o ingegnere.
Un altro fattore chiave è dare agli insegnanti opportunità di carriera e di sviluppo personale e offrire loro un livello di autonomia professionale che gli consenta di esprimere al meglio le proprie capacità. Allo stesso tempo è importante assicurare alti livelli di trasparenza nel sistema, che permette di capire quali innovazioni nel sistema scuola funzionano e quali no, così da poter apportare miglioramenti per tutti. Investire negli insegnanti, a determinate condizioni, è parte della soluzione, non del problema della crisi economica che il paese sta vivendo.

Pasquale Almirante

Articoli recenti

Ma (a che) serve l’IA nella scuola?

Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “Educazione in Evoluzione” tenuta da Matteo Borri dal titolo: “Ma (a che) serve…

20/11/2024

Studenti-teppisti fotografano la terga dell’auto dei loro prof: l’obiettivo è accanirsi sulla carrozzeria? Parla la preside del liceo Salvemini di Bari

Vendicarsi con i docenti, considerati troppo severi, fotografando la targa della loro auto per poi…

20/11/2024

Da manager docente precario, immesso in ruolo a 63 anni dopo un decennio di supplenze: un caso non raro

Da qualche anno, soprattutto dopo la pandemia da Covid, assistiamo ad una crescita di casi…

20/11/2024

Autonomia differenziata: la bocciatura della Corte costituzionale

La Corte Costituzionale ha bocciato ben sette punti nevralgici della legge sull’autonomia differenziata tra cui…

19/11/2024

Bravate e reati: c’è una bella differenza

Frequentemente si confondono due termini: bravata e reato. In realtà si tratta di due situazioni ben…

19/11/2024

Violenza sulle donne, Valditara: è legata al narcisismo dei maschi ma è anche una conseguenza dell’immigrazione illegale

Continuano le prese di posizione sulle parole pronunciate dal ministro Valditara in occasione della inaugurazione…

19/11/2024