La legge n° 234 del 30 dicembre 2021 ha introdotto l’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria nelle classi quarte e quinte. Si è creata così la figura dei “docenti specialisti” di educazione fisica, per segnare la demarcazione con tutti i maestri che finora hanno proposto attività motorie agli alunni a margine della disciplina da loro insegnata.
L’articolo 109 della manovra di bilancio ha previsto l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria nelle classi quarte e quinte (non più di due ore settimanali di insegnamento aggiuntive) mediante ricorso a docenti forniti di idoneo titolo di studio e la iscrizione nella correlata classe di concorso “Scienze motorie e sportive nella scuola primaria”.
Ad essere esclusi da tutto ciò, come denunciano, sono i maestri di ruolo che sono diplomati Isef, Istituti Superiori di Educazione Fisica, sostituiti dal 1997 dalle facoltà e dai corsi di laurea e di diploma in scienze motorie. Alcuni di questi insegnanti hanno deciso di scrivere una lettera al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in quanto vedono, nella loro situazione, una contraddizione.
“Siamo insegnanti di ruolo di posto comune nella Scuola Primaria, in possesso di diploma ISEF, e da diversi anni svolgiamo la funzione di insegnanti di Educazione fisica nelle classi dei nostri Istituti. Scopo di questo scritto è sottoporre alla Sua cortese attenzione una anomalia che si è venuta a creare negli Istituti in cui operiamo e nella Scuola primaria italiana, e nel contempo fare appello alla Sua competenza per consentirci di avere più chiari alcuni aspetti riguardanti la legge n. 234 del 30 dicembre 2021”, esordiscono.
“Come a Lei noto, la legge sopra citata ha introdotto l’insegnamento dell’Educazione motoria nella Scuola Primaria attraverso la figura del docente ‘specialista’, in possesso di idoneo titolo di studio e iscritto alla correlata classe di concorso ‘Scienze motorie e sportive’ nella Scuola Primaria. Questa modalità ha però escluso tutti i docenti che hanno conseguito il titolo di diploma ‘ISEF’ (unico possibile per chi lo ha acquisito nel periodo antecedente l’anno 1998)”.
Si tratta di persone che da anni insegnano a contatto con i bambini della primaria alle quali però, allo stato attuale dei fatti, è negato l’accesso alla figura del “docente specialista” che dovrebbe insegnare ufficialmente motoria: “Ci permettiamo di evidenziare che tutti gli scriventi hanno scelto la professione di maestri perché amano stare con i bambini e credono nel valore pedagogico ed educativo di tale mansione. La gran parte di noi, dopo un lungo periodo di precariato, si è conquistata il posto di ruolo e, grazie alla collaborazione di alcuni dirigenti, ha potuto svolgere nel proprio Istituto le ore di educazione motoria in esclusiva o affiancare questa disciplina ad altre materie di insegnamento.”
“Il contenuto della norma ci esclude dalla possibilità di continuare a insegnare con entusiasmo e preparazione l’Educazione fisica, in veste di diplomati ISEF, e ad offrire, così, il nostro contributo professionale, maturato in tanti anni di esperienza”. In soldoni si tratta di docenti con esperienza e con preparazione nell’ambito dell’educazione fisica che si ritrovano esclusi.
“Pur avendo accolto favorevolmente l’avvento dell’insegnante specialista di Educazione motoria, nutriamo alcune perplessità sulle modalità di inserimento di tale figura e gli stessi enti e associazioni sindacali e di categoria che abbiamo interpellato non sono stati in grado di fare chiarezza. Come potrà immaginare in noi c’è profonda amarezza per un cambiamento di difficile comprensione”, scrivono.
Oltre al danno la beffa. Le scuole sono state costrette ad attingere alle Gps per reclutare docenti di educazione fisica, riscontrando non poche difficoltà: “Altra preoccupazione, per possibili disfunzioni della nuova normativa, scaturisce dall’osservazione di alcune criticità che si stanno verificando nelle Scuole Primarie italiane e che qui di seguito esemplifichiamo. A settembre di questo anno scolastico 2022-23 nelle classi quinte sono stati inseriti, attingendo dalle graduatorie GPS, i così detti ‘specialisti’ dell’Educazione motoria, per la maggior parte abilitati per la Scuola Secondaria, affidando loro i gruppi di bambini sottratti a chi, come noi, per continuità didattica, li seguiva già da 4 anni”.
“In alcune scuole, inoltre, essendo esaurite le disponibilità dalle graduatorie GPS, e avendo ricevuto anche dei rifiuti da parte dei colleghi convocati, molte classi quinte sono rimaste senza insegnante di Educazione motoria, privando di fatto gli alunni di ore che rientrano nel curriculum obbligatorio. Ora, perciò, si sta parlando di un imminente concorso (classe EEEM) a copertura dei posti vacanti, con tutto il peso economico conseguente, che ci sembra aggravare il momento critico attuale”.
“Allo stato attuale, nella fase di applicazione della legge, sembra che nessuno abbia preso in considerazione noi insegnanti di ruolo su posto comune nella Scuola Primaria con diploma ISEF che da anni lavoriamo con professionalità, aggiornandoci costantemente in campo disciplinare ed educativo-pedagogico. A questo quadro di criticità si aggiunge che il diploma ISEF, attualmente equipollente per la Scuola Secondaria di Primo e Secondo grado, non risulta più essere valido per l’insegnamento alla Scuola Primaria, a cui si accederà solo con la Laurea Magistrale in Scienze motorie”, aggiungono.
Ecco quali sono le richieste avanzate da questi maestri al ministro Valditara: “Al termine di questa dettagliata presentazione di una situazione, a nostro avviso, densa di incongruenze, ci permetta di sottoporLe alcune richieste: Innanzitutto, che venga prevista la possibilità, per noi maestri diplomati ISEF, di conservare il nostro posto di insegnanti di ruolo su posto comune nella Scuola Primaria (classe EEEE), svolgendo nel contempo il ruolo di insegnanti di Educazione fisica”.
“Poi che, in alternativa, possiamo essere assegnati alla nuova classe di concorso (EEEM) e, quindi, diventare specialisti della sola attività motoria, senza dover affrontare un nuovo concorso per essere abilitati per una disciplina che, di fatto, già insegniamo da anni. Per concludere noi riteniamo che la prima opzione rappresenti un valore aggiunto nell’offrire una maggiore unitarietà dell’insegnamento, ovviando alla discontinuità didattica e alla frammentazione degli apprendimenti, puntando, invece, sulla valorizzazione delle risorse interne e le progettualità trasversali fra l’educazione motoria e le altre discipline”.
Insomma, perché precludere a questi docenti la possibilità di insegnare una disciplina che conoscono e che, soprattutto, insegnano già? Resta da vedere se il capo del dicastero di viale Trastevere affronterà la situazione.
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