Il movimento dei maker unisce persone di diversa formazione che sono interessate ad apprendere capacità tecniche e la loro applicazione creativa con lo scopo di fabbricare oggetti e inventare soluzioni innovative.
Si tratta di un fenomeno culturale diffusosi negli ultimi anni, per una naturale evoluzione del fai-da-te verso una dimensione sociale facilitata da Internet, in cui la sperimentazione e la risoluzione di problemi non sono più un fatto personale ma si inseriscono in una o più comunità collaborative grazie alla diffusione spontanea di progetti e di tecnologie aperte come Arduino, la stampa 3D e di spazi che favoriscono la condivisione come i FabLab.
La consacrazione del Movimento Maker prima negli USA e, a seguire, in Italia è stata sancita dalle copertine della rivista Wired con Limor Fried di Adafruit edizione USA (aprile 2011) e con Massimo Banzi di Arduino edizione italiana (novembre 2012).
Possiamo considerare il Movimento Maker come una metodologia didattica che porta inclusività e uguaglianza nell’apprendimento.
Secondo la sua visione di Paulo Blikstein (direttore del TLTL – Transformative Learning Technologies Lab alla Stanford University e di Fab Learn ), oggi viviamo un momento estremamente favorevole per apportare un’innovazione concreta nell’apprendimento: le tecnologie sono calate di prezzo e molto più accessibili anche per le scuole, e allo stesso tempo è disponibile una vasta gamma di software gratuiti. Il movimento dei Maker, gli artigiani 2.0, si sta espandendo in tutto il mondo e aspira alla democratizzazione dell’educazione, lavorando per il raggiungimento di questo obiettivo su quattro orizzonti:
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