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Multa per genitori ritardatari, il sindaco di Como: “Segno di rispetto verso chi lavora, se non funziona alzeremo la sanzione”

Si discute ancora della proposta del comune di Como di multare i genitori che tardano prendere i propri figli all’uscita dagli asili nidi che potrebbe essere contenuta nel nuovo regolamento dei Servizi per la prima infanzia. Non è prevista solo una sanzione pecuniaria: dopo due ritardi non giustificati, può scattare addirittura la non accoglienza del bambino o la sospensione del servizio il giorno successivo.

Salvini: “Un po’ di rispetto per le famiglie non guasterebbe”

Il motivo? Si intende così tutelare il personale che lavora negli asili nidi, spesso costretto a rimanere a scuola oltre l’orario di lavoro per sorvegliare i bambini dei genitori ritardatari. L’idea non è stata accolta bene da molte parti. Lo stesso vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini ha scritto un tweet molto critico.

“Un po’ di rispetto per le famiglie e i loro problemi quotidiani non guasterebbe, spero che il Comune di Como ritiri questa sciocchezza”, ha tuonato.

Cosa succederà se la situazione non cambia?

La risposta del sindaco di Como Alessandro Rapinese non si è fatta attendere. Ecco le sue parole, secondo quanto riporta Fanpage.it: “Evidentemente Salvini vuole tutelare i ritardatari oppure dimostra di conoscere poco i dipendenti pubblici, dato che si tratta di una misura a tutela dei lavoratori e dei bambini. Lo scopo è comportarsi in una maniera socio-compatibile, lo stiamo facendo solo per lavorare meglio e garantire un servizio migliore”.

Ecco quali sono le intenzioni di Rapinese nel caso in cui la situazione non dovesse cambiare nonostante la sanzione pecuniaria: “Abbasseremo la soglia della multa a tre, due o anche uno, oppure alzeremo la sanzione. Ci sarebbe bisogno che Salvini invece di dire ‘no’ alla nostra proposta la proponesse anche nelle scuola di ogni ordine e grado”.

Il primo cittadino resta convinto dell’idea: “Lunedì sera approveremo il nuovo regolamento. Lo stiamo facendo solo per far lavorare meglio gli educatori e garantire un servizio migliore ai bambini”.

Redazione

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