Potrebbe esserci delle responsabilità esterna alla famiglia nelle cause che hanno portato, dopo un mese di agonia in rianimazione e dopo più operazioni, alla morte di R.C., il bambino di 10 anni che a fine maggio era rimasto ustionato sul 60% del corpo per le fiamme provocate di un esperimento di chimica nella sua abitazione di Collegno, nel torinese.
Secondo l’Ansa, la procura di Torino ha collocato tra i testimoni pure l’insegnante del bambino di quanta primaria e alcuni genitori di compagni di classe: quello che c’è da chiarire è se l’esperimento del ‘serpente del faraone’ fosse stato assegnato dalla scuola o se si sia trattato di una decisione autonoma.
Su delega della procura, il 6 luglio i carabinieri hanno iniziato ad ascoltare alcuni docenti della scuola frequentata dal piccolo: per il momento non ci sarebbero elementi per ascrivere responsabilità al personale scolastico, anche perché non sembra che la richiesta di svolgere l’esperimento fosse partita dalla scuola.
La mamma del bambino risulta invece al momento indagata per omicidio colposo: è un atto dovuto, dopo l’accusa iniziale per lesioni colpose.
Sempre secondo l’agenzia di stampa, vi sarebbero anche delle immagini dell’incidente costato la vita al piccolo: i file sono contenuti in un telefono cellulare e ora saranno analizzati dagli inquirenti.
“Secondo quanto si è appreso – riferisce l’Ansa – , si nota lo scoppio che precede la fiammata che ha investito lo studente”.
Non era la prima volta che provava l’esperimento del ‘serpente di fuoco’. Ma la sera del 28 maggio quel mix di bicarbonato, zucchero, sabbia e alcol gli è stato letale.
La madre ha riferito che l’esperimento era stato svolto anche altre volte insieme e non era successo nulla. Quella sera, invece, le fiamme lo hanno investito, avvolgendogli testa, collo, torace, braccia.
I carabinieri della compagnia di Rivoli avrebbero nel frattempo trovato un quaderno nella stanza del piccolo, con alcune annotazioni sull’esperimento prese da internet, dove si trova un video tutorial completo che potrebbe avere svolto il ruolo di “guida” nel svolgere le operazioni.
“Vogliamo rispettare questo momento, osservando il silenzio nel rispetto della famiglia e soprattutto di Riccardo” ha detto Elisa Giovannetti, la dirigente scolastica della scuola frequentata dal piccolo.
“Tutta Collegno, la scuola e i suoi compagni, gli amici, le parrocchie, la comunità intera ha sperato e pregato – ha detto il sindaco Francesco Casciano – Abbiamo seguito fiduciosi tutte le operazioni e i bollettini medici. Ora rimane il silenzio e la vicinanza ai genitori”.
Dalle parole del sindaco prende corpo la “pista” delle indicazioni per svolgere l’esperimento fatale prese dal web. Questa storia, ha dichiarato il primo cittadino, “ci ha insegnato che il web ormai è un mondo sconfinato, nasconde pericoli che dobbiamo tutti comprendere e riconoscere per difendere noi stessi e i nostri figli”. Il giorno delle esequie sarà lutto cittadino.
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