“Abbiamo perso, in questo tragico incidente stradale, un figlio anche noi”: sono le parole, a caldo, di padre Sante Pessot, direttore dell’Istituto degli Artigianelli di Fermo, frequentato dal 16enne Giuseppe Lenoci, di Monte Urano, nel Fermano, che stava svolgendo un apprendistato come parte integrante di un corso professionale di termoidraulica e che mentre si spostava con il furgone aziendale (alla guida c’era un lavoratore, rimasto ferito) si è andato a schiantare contro un albero.
“C’è il rispetto delle norme”
Il direttore del Centro di formazione marchigiano ha tenuto a ricordare che i ragazzi della scuola “fanno esperienze dirette con le aziende”, all’interno di strutture lavorative, ha specificato, “con cui collaboriamo da anni nel rispetto delle normative nazionali e regionali”.
Proprio le norme, però, fanno discutere. Secondo Luca Redolfi, coordinatore nazionale Uds, è troppo lunga “la lunga lista di morti sul lavoro causati da un sistema malato, volto solamente al profitto: vogliamo sicurezza dentro e fuori le scuole, vogliamo che l’alternanza scuola-lavoro e gli stage vadano aboliti a favore dell’istruzione integrata”.
Non si può morire di lavoro a 16 anni
Per la Rete degli Studenti “non è possibile morire di lavoro a 16 anni, questo evidentemente ci deve far interrogare profondamente non solo sul rapporto fra scuola e lavoro, ma anche su quanto ci sia urgenza in questo paese di risolvere il problema della sicurezza sul lavoro”.
Intanto, l’Opposizione studentesca d’alternativa non perde tempo: annuncia manifestazioni davanti al ministero dell’Istruzione e in tutta Italia davanti agli uffici scolastici regionali, con l’obiettivo di portare “la rabbia sotto i palazzi del governo Draghi” e torna a chiedere “l’abolizione immediata dell’alternanza scuola lavoro e le dimissioni del ministro Bianchi in quanto responsabile della situazione gravissima che stiamo vivendo”.
Secondo il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, è giunta l’ora che “il ministero ascolti gli studenti che si mobilitano e chiedono di fermare questo cortocircuito continuo tornando ad investire pienamente sulla scuola”.
Usb: l’entrata di serie B nel lavoro
Anche l’Unione sindacale di base chiude il fermo “dell’alternanza scuola lavoro, della scuola azienda, e la revisione totale dei modelli della formazione professionale.
Nella nota, il sindacato di base sostiene che “inutili sono state le chiacchiere che a valanga hanno seguito la morte di Lorenzo, comprese le tardive esternazioni del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi sul superamento dell’alternanza scuola lavoro e dei modelli collegati”.
L’Usb chiede “la revisione totale dei modelli della formazione professionale, questa specie di serie B dell’ingresso nel mondo del lavoro riservata ai ragazzi che alle medie ricevono il bollino “scarso”, il 6 o giù di lì, e per questo vengono gettati nel calderone del lavoro non qualificato. Un calderone in cui sguazzano le aziende che piegano la formazione alle loro esigenze, con tutto quel che ne consegue per la sicurezza e la salute dei giovani”.
Dov’è la riforma dei professionali di Bianchi?
E ancora, l’Usb chiede anche “all’ineffabile ministro Bianchi che fine abbia fatto la promessa riforma degli istituti professionali, in cui la componente culturale e quella laboratoriale interna alla scuola è stata impoverita per dare sempre più spazio alla formazione in azienda”.
L’Usb, quindi, conclude specificando che “supporta e aderisce alle iniziative di protesta annunciate da Osa, Organizzazione Studentesca d’Alternativa”.
Cangemi: ribadiamo basta
Luca Cangemi, responsabile nazionale Scuola del Partito Comunista Italiano, ricorda che“basta lo avevamo gridato in piazza pochi giorni fa di fronte alla morte assurda di Lorenzo, un governo vile e ipocrita aveva risposto con bugie e manganelli”.
“Basta lo ribadiamo adesso, basta ad un sistema assurdo si chiami stage, si chiami PCTO, si chiami Alternanza scuola /lavoro che niente ha a che fare con la formazione (neanche quella professionale) e tutto ha a che fare con la speculazione e con l’assuefazione allo sfruttamento”.
“Di fronte a questa ennesima tragedia facciamo appello alla mobilitazione, una mobilitazione che deve vedere uniti il mondo del lavoro e il mondo della scuola per voltare pagina”, ha concluso Cangemi.