Ezio Bosso è morto. Direttore d’orchesta, compositore e pianista aveva commosso il mondo quando alcuni anni fa aveva annunciato di essere malato di una patologia neurodegenerativa.
Bosso era nato a Torino il 13 settembre 1971, aveva 48 anni. Il pianista conviveva ormai dal 2011 con una malattia che gli fu diagnosticata subito l’intervento per un tumore al cervello a cui fu sottoposto lo stesso anno.
Inizialmente la sua malattia venne identificata dai media come la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, patologia in cui i primi sintomi, episodi di atrofia muscolare, si trasformano in pochi anni nella compromissione totale delle funzioni vitali.
Dalla primavera del 2017 Bosso era testimone e ambasciatore internazionale dell’Associazione Mozart14, eredità ufficiale dei principi sociali ed educativi del Maestro Claudio Abbado, portati avanti dalla figlia Alessandra. Dal settembre 2019 aveva smesso ogni attività perché l’uso delle mani era ormai compromesso.
In passato si attivò per l’introduzione della musica fin dalla scuola elementare. Così parlava in un’intervista al Corriere di Bologna: “Bisognerebbe portare i bambini ad ascoltare la musica. Lasciare che lo stupore si impossessi di loro. Questa, secondo me, è la vera magia. Non costringerli a cantare e a ballare solo per il piacere della zia di turno. Può diventare, proprio per questo motivo, una prima educazione al suono. L’unico problema è che se dovessi decidere io, farei iniziare lo studio alle elementari se non già all’asilo. Alle medie è tardi”.
Per Ezio Bosso era necessario “presentare gli strumenti a scuola. Far scoprire ai bambini con la descrizione di un musicista cos’è, per esempio, un controfagotto. Quasi nessuno sa come è fatto e come emette musica un controfagotto”.
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