Dopo Andrea Camilleri, un altro lutto per la cultura italiana. Muore, a 90 anni, Luciano De Crescenzo. Da tempo le sue condizioni di salute erano in peggioramento. A portarlo via, le conseguenze di una polmonite.
De Crescenzo, artista poliedrico, era un napoletano doc: scrittore, regista, attore e autore che arrivò al grande pubblico dapprima come ironico divulgatore della filosofia, autore di bestseller di saggistica tradotti in decine di lingue e poi come regista, attore e conduttore televisivo.
Ci lascia però un’eredità immensa, da tener conto per le generazioni a venire. Oltre cinquanta libri, 18 milioni di copie vendute nel mondo, di cui 7 milioni in Italia. Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 paesi. E poi i film indimenticabili “Così Parlò Bellavista”, “32 dicembre“.
De Crescenzo era nato il 20 agosto 1928 nel borgo di Santa Lucia (abitò al civico 40 di via Generale Orsini, nello stesso stabile in cui era nato il suo storico amico Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer), viveva ormai da tempo a Roma ed è stato assistito fino all’ultimo dalla figlia Paola, dal genero, dai nipoti e dal suo storico agente Enzo D’Elia.
De Crescenzo era anche un ingegnere elettronico e aveva fatto carriera fino a diventare dirigente alla Ibm. Negli anni Settanta, però, aveva abbandonato questa strada per concentrarsi sulla scrittura.
“Esprimo il cordoglio profondo mio personale e della città di Napoli per la fine terrena del grande Luciano De Crescenzo, uomo di immensa cultura che ha saputo interpretare al meglio l’anima del popolo napoletano. Persona di estrema intelligenza, enorme cultura e di una naturale simpatia tutta partenopea. Luciano mancherà molto a Napoli e alla sua gente, lo ricorderemo tutti con immenso affetto e gratitudine”. Così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
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