In Italia si contano 4.889 siti museali, gallerie d’arte, monumenti e parchi archeologici aperti al pubblico, ma il loro accesso rimane limitato ad una stretta cerchia di cittadini: la scuola potrebbe aiutare ma non lo fa. Secondo la Fondazione Openpolis, questo accade anche perché sono stati concepiti per la fruizione di un pubblico adulto. E spesso ancora oggi negli allestimenti, nei testi, nelle modalità con cui si svolgono le visite, è frequente che il target siano adulti.
Questo è accaduto, si legge in uno studio della fondazione presentato il 26 marzo, nonostante negli ultimi anni siano state avviate importanti iniziative in senso contrario, perché la presenza di bambine e bambini nei musei non venga considerata residuale.
Rimane un dato di fatto che un museo ogni quattro dichiara di non avere un addetto ai servizi didattici, come corsi, laboratori o altri progetti educativi.
Dalla ricerca emerge anche che le presenze dei minori nei musei rimangono legate alle uscite con la scuola. Ciò rende quindi centrale il ruolo di quest’ultima nel permettere a tutti i bambini e le bambine di accedere ai luoghi della cultura.
L’esigenza di portare gli alunni ai musei, tuttavia, cozza con la ritrosia crescente tra il corpo insegnante nell’accompagnare gli alunni fuori scuola per più di un giorno: “le gite scolastiche sono ormai quasi un rituale, che comporta enormi dispendi di energie alle scuole e grava di gigantesche responsabilità le spalle dei docenti”, ha scritto in queste ore il nostro collaboratore Alvaro Belardinelli.
Aggiungiamo che quasi sempre non sono più previsti nemmeno più compensi o diarie per gli insegnanti che si assumono quest’onere.
Ma i dati scorporati per regione, continua la Fondazione Openpolis, indicano molte criticità, soprattutto nelle regioni del mezzogiorno: in Calabria, per esempio, secondo dati che risalgono al 2017, oltre il 78% non ha visitato neppure un museo nell’anno precedente; segue la Sicilia, con oltre il 71%, la Puglia, con il 69,8%.
Invece, in Liguria e Trento solo il 25,5% dei giovanissimi non ha visitato un museo.
In totale, in Italia ci sono circa cinque musei ogni 10 mila bambini e ragazzi: scendendo a livello comunale, tra le città maggiori spiccano per l’elevato rapporto tra musei e minori ci sono Firenze (12,4 ogni 10mila ragazzi), Venezia (8,47) e Bologna (8,33), seguite da Genova (5,99) e Torino (3,27). Agli ultimi posti si trovano tre grandi città del sud come Catania (2 musei per 10mila ragazzi), Palermo e Napoli (2,13).
Per quanto riguarda l’ingresso gratuito, ricordiamo che riguarda solo i docenti e per l’accesso ai musei e i complessi monumentali di proprietà dello Stato, quindi sono esclusi beni di proprietà comunale o provinciale: gli studenti ed il personale ATA sono esclusi dal beneficio.
Il modello ufficiale da consegnare in segreteria per accedere gratis ai musei consiste in una certificazione della condizione di docente di ruolo o con contratto a tempo determinato e dal rilascio, a cura della istituzione scolastica dove il docente presta servizio.
Dal 28 febbraio scorso, infine, sono entrate in vigore le disposizioni relative al D.M. 7 09/01/2019, che introducono alcune novità al decreto 11 dicembre 1997, relativo all’ingresso nei musei e siti culturali di proprietà dello Stato.
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