L’educazione musicale va insegnata da docenti specializzati già nel primo ciclo scolastico, quindi nelle scuole primarie e se possibile anche in quelle d’infanzia: la richiesta – sottoscritta già da tanti musicisti – è stata presentata al ministro Patrizio Bianchi dai docenti della Scuola di Musica Fiesole, a due passi da Firenze, e annunciata durante l’iniziativa conclusiva per il centenario della nascita del violinista Piero Farulli. All’evento era presente anche Gianni Letta: parlando con i giornalisti, il giornalista-politico ha spiegato che è stato “confezionato un documento, che sarà la conclusione delle celebrazioni del Centenario dalla nascita di Piero Farulli, per dimostrare quanto sia utile l’educazione musicale fin da bambini”.
L’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri dei governi Berlusconi, ha sottolineato che è “necessario che l’Italia colmi questa lacuna e introduca l’educazione musicale nelle scuole”.
“Abbiamo presentato questo Manifesto – ha aggiunto Letta – sottoscritto già da tanti musicisti, al ministro dell’Istruzione, della Cultura e dell’Università e della ricerca”, quindi anche alla ministra Cristina Messa.
Letta ha aggiunto che è stato “avviato un iter che non posso definire legislativo, ma abbiamo posto le premesse perché dalle celebrazioni di Piero Farulli, che ha perseguito questo obiettivo per tutta la vita, possa nascere un’iniziativa concreta”: una decisione che “porti finalmente all’introduzione della musica nelle scuole italiane”, ha concluso il forzista.
Sull’argomento, comunque, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha già detto di essere ben disposto: “Stiamo lavorando una legge sulla musica a scuola e sulla musica per tutti”, ha dichiarato lo scorso dicembre il numero uno del dicastero dell’Istruzione arrivando all’inaugurazione del Macbeth alla Prima della Scala di Milano, sembra un impegno non proprio di circostanza.
Solo un mese prima, ancora Bianchi aveva detto che al ministero stanno “lavorando molto sulle mense, sulle palestre” (con tanto di inserimento nella primaria del maestro di attività motoria, seppure solo nelle classi quarti e quinti) e su “un intervento sulla musica, che mette insieme i ragazzi”.
“Vogliamo – ha continuato il ministro – una scuola che permetta di avere conoscenze per il lavoro e che permetta di stare molto con i compagni per condividere la gioia dello stare insieme”, aveva sottolineato il ministro.
L’apertura del ministro verso la musica a scuola è sembrata quindi rivolta soprattutto alla scuola secondaria: è improbabile, però, che si tratti del solo ampliamento dei licei musicali; non è da escludere che si possa prevedere, con una norma di legge ad hoc, l’introduzione della disciplina a livello modulare anche alle superiori. Il modello, per intenderci, potrebbe essere quello dell’educazione civica, introdotta nella secondaria di secondo grado. con modalità d’insegnamento trasversali all’interno di più discipline in qualche modo afferenti.
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