Nuove regole per l’accesso all’insegnamento nella scuola del primo ciclo: le maestre saranno tutte formate sul sostegno, anche quelle su posto comune che dovranno comunque avere nel loro percorso di formazione iniziale materie per l’inclusione.
Anche i docenti di sostegno, dunque seguiranno un corso di specializzazione dopo la laurea in Scienze della formazione primaria, con 60 crediti sulla didattica dell’inclusione. E il numero di docenti sul sostegno verrà richiesto dal dirigente scolastico in base al Pei.
Oltre all’ipotesi di fare cominciare la scuola a 5 anni, scrive Il Messaggero, per gli studenti cambia la modalità di valutazione: restano i voti numerici, ma saranno espressi anche i livelli di apprendimento raggiunti con una specifica certificazione delle competenze.
Tra queste verrà data maggiore importanza alla valutazione delle competenze in Cittadinanza e Costituzione, mentre la non ammissione alla classe successiva alle elementari sarà prevista solo in casi eccezionali e potrà essere scongiurata anche in caso di insufficienze certificate: livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione.
Spetterà quindi alla singola scuola attivare le migliori e più adatte strategie di miglioramento per consentire agli alunni di raggiungere i necessari livelli di apprendimento.
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E le materie scolastiche, riporta Il Messaggero, si arricchiranno del made in Italy, di quegli insegnamenti strettamente legati alla creatività e all’arte italiana come musica e danza, teatro e cinema, pittura, scultura, grafica delle arti decorative e design, scrittura creativa che entrano a pieno titolo nel Piano dell’offerta formativa delle scuole elementari, fino a costituire dei Poli a orientamento artistico-performativo per condividere risorse laboratoriali, spazi espositivi, strumenti professionali e progettazioni.
Incentivato anche lo studio dell’inglese che sarà oggetto di una prova standardizzata al termine della quinta elementare per certificare le abilità di comprensione e dell’uso della lingua in linea con il Quadro Comune di Riferimento Europeo per le lingue.