Musica, arte e spettacolo obbligatori dall’infanzia

Oltre alle materie “classiche” ci saranno anche musica, danza, teatro e arte: nel piano dell’offerta formativa delle scuole di ogni ordine e grado, accanto alle discipline tradizionali, entreranno anche tutte le arti. A disegnare la cornice attorno alla quale costruire i nuovi percorsi è un Dlgs (uno degli otto provvedimenti attuativi della Buona scuola) che contiene le «Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività». 

L’istruzione in altre parole dovrà assicurare, sin dalla scuola dell’infanzia, una formazione artistica che ricomprenda la pratica e la cultura della musica, delle arti dello spettacolo, delle arti visive – sia nelle forme tradizionali che in quelle innovative – e sviluppare la conoscenza storico-critica del patrimonio culturale italiano.

In base al nuovo provvedimento, quindi, per la prima volta nel curriculum entreranno, in maniera obbligatoria, i temi della creatività, che faranno preciso riferimento a quattro aree: quella musicale-coreutica; la teatrale-performativo; quella artistico-visiva e, infine, l’area linguistico-creativa.

 

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Per svolgere le diverse attività, le istituzioni scolastiche potranno utilizzare i docenti di diversi gradi scolastici che fanno parte dell’organico dell’autonomia. Per la prima volta, inoltre, il 5% dei posti di potenziamento dell’offerta formativa sarà appositamente dedicato allo sviluppo dei temi della creatività. 

La spinta decisa alla pratica artistica e musicale dovrà essere attuata nei primi anni di scuola  per promuovere lo sviluppo della pratica artistica e musicale e, per far fronte a un’eventuale carenza del personale docente, sarà consentito, specie nella scuola d’infanzia, l’impiego di docenti anche di un altro grado scolastico. 

Nelle scuole secondarie di primo grado, invece «l’apprendimento della musica e delle arti si consoliderà attraverso il potenziamento della pratica artistica e musicale, anche integrato dalla conoscenza storico-critica del patrimonio culturale, mediante esperienze concrete, in particolare di visita». 

Tra le novità del decreto compaiono, inoltre, i percorsi a indirizzo musicale delle scuole secondarie di I grado (che rappresenteranno la naturale evoluzione delle scuole di I grado ad indirizzo musicale) e che potranno essere attivati conformemente al Piano triennale dell’offerta formativa.

L’obiettivo di questi percorsi, spiega un articolo del Sole 24 Ore, è finalizzato ad una più omogenea diffusione dell’insegnamento dello strumento musicale, anche attraverso l’utilizzo dell’organico del potenziamento, dando però più peso all’autonomia delle istituzioni scolastiche. 

Inoltre le scuole secondarie di secondo grado, a prescindere dalla tipologia di percorso, possano prevedere percorsi curricolari o extra-scolastici all’interno del piano triennale dell’offerta formativa, dedicati allo sviluppo dei temi della creatività. 

Forte spinta viene data anche ai licei musicali, coreutici e artistici, nei quali è favorita una maggiore diffusione della tipologia di strumenti differenti insegnati (fino a otto per ciascun corso quinquennale e non più di tre dello stesso strumento), con la possibilità di rimodulare il monte orario complessivo, utilizzando la quota dell’autonomia e gli spazi di flessibilità. 

Sono previste, infine, forme strutturate di collaborazione tra i diversi soggetti della filiera artistico musicale, attraverso sinergie tra licei artistici, accademie di belle arti, istituti superiori per le industrie artistiche, università ed enti locali, nonché tra i licei musicali e coreutici e gli istituti superiori di studi musicali e gli enti locali.

Pasquale Almirante

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