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Il violinista e musicista Uto Ughi ha rilasciato un’intervista a IlSole24Ore in cui ha parlato molto di scuola e dell’insegnamento della musica nelle scuole italiane. Ecco cosa ha detto.
“La musica dovrebbe essere insegnata in modo integrato con le altre materie”
Secondo l’esperto è necessario rendere la musica “una presenza più centrale nel percorso educativo e formativo delle nuove generazioni” e l’educazione musicale non deve essere considerata “marginale, ma una parte fondamentale della crescita culturale e personale dei giovani”.
Di recente la Fondazione che porta il suo nome ha firmato un protocollo d’intesa con il ministero dell’Istruzione e del Merito. Il nome del musicista figura anche tra coloro che stanno collaborando con il ministro Valditara in merito alle nuove Indicazioni Nazionali del primo ciclo.
Ecco le sue parole: “La musica dovrebbe essere insegnata in modo integrato con le altre materie, così che i ragazzi possano comprendere i compositori nel loro contesto storico, culturale e artistico. Per esempio, la storia della musica può essere collegata alla storia generale, alla letteratura e persino all’arte, permettendo ai giovani di sviluppare una visione più ampia e consapevole”.
“Un altro aspetto centrale è l’educazione all’ascolto. Condurre i ragazzi all’ascolto attivo significa insegnare loro a comprendere un brano musicale, a identificarne gli autori, gli stili e le peculiarità. È inoltre fondamentale insegnare ai giovani ad ascoltare e a leggere la musica: purtroppo, oggi c’è un analfabetismo musicale diffuso”, ha aggiunto.
“Imparare a leggere le note è il primo passo”
Secondo Ughi c’è molto da fare: “Molti ragazzi, arrivati alle scuole medie, non sanno leggere uno spartito, e questo è un limite che vogliamo superare. Imparare a leggere le note è il primo passo per avvicinarsi alla musica e decidere, magari, di studiare seriamente uno strumento o semplicemente diventare appassionati e sostenitori della musica classica, formando così il pubblico di domani. Far conoscere la musica significa anche introdurre i giovani al potere del canto, per questo proponiamo l’istituzione di un coro in ogni scuola. Il coro infatti è molto più di un’attività musicale: è una lezione di vita”.
“È fondamentale anche colmare una grave lacuna dell’attuale ordinamento scolastico: la totale assenza della materia educazione musicale nelle scuole secondarie di secondo grado, ovvero le superiori. Questa mancanza priva i ragazzi di un’occasione preziosa per continuare il percorso educativo musicale iniziato nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Proponiamo l’introduzione di questa materia, dando spazio alla storia della musica, alla guida all’ascolto, alla pratica del canto e degli strumenti musicali, offrendo così ai ragazzi una formazione musicale completa e continuativa. In quest’ottica c’è bisogno che la musica sia insegnata da docenti musicisti, che conoscono la materia e hanno alle spalle una formazione musicale specifica, per evitare dilettantismi in un insegnamento che invece pretende massima serietà e rigore”, ha proseguito.
Ed ecco, infine, una lode a Valditara: “Questo ministro sta facendo cose che in passato non erano mai state prese in considerazione, e sono fiducioso che il nostro lavoro comune possa portare a risultati concreti”.